Thursday, 9 December 2010

December MiniSessie

Seguitano le "SuperSessioni".
anche se ieri eravamo solo lo zoccolo duro.


Studio Vitalski Dec 2010

Tuesday, 7 December 2010

Sunday, 5 December 2010

senza titolo


Monday, 29 November 2010

Studio Vitalski super-sessie



Per inaugurare ufficialmente il nuovo studio, ho organizzato una "Super-Sessione" da me. Il poliedrico VITALSKIè uno scrittore/cantautore/attore Belga che ho conosciuto grazie a Steven "pezzo di pane" DeRie.

Tra i suoi numerosi interessi, anche i fumetti. Da anni porta avanti il progetto Pierre Lasson (che vedete disegnato per mano dello stesso vitalski qui sopra).
Lasson è uno "studioso di scienze umane", sovente accompagnato da strambi personaggi (La scimmia occhialuta, il principe Miki e via delirando) e osteggiato da ancor più strambi nemici.

Il prossimo settembre dovrebbe vedere al luce Het Vrouweneiland (trd: L'Isola delle Donne) una epopea di duecento pagine che ha coinvolto una cinquantina di disegnatori. Ognuno ha lavorato col proprio stile (tranne me, che non ne ho uno) dando vita ad un caleidoscopio assolutamente inedito.

Questi fumetti vengono realizzati in "Super Sessioni", incontrandosi a grappoli (tre, dieci, venti artisti per volta) ai quali è richiesto di disegnare il più veloce possibile.



Mio figlio Adam ha anche allegramente partecipato.



Qui sopra il trio di artisti presente ieri: da sinistra, in senso orario, BERT LEZY, SERGE BAEKEN (fratello di Vitalski) e il quipresente, affetto da una cifosi andreottiana.



E ovviamente Vitalski, mentre si allena all prossima paternità con il piccolo Adam.



Per vari motivi, Het Vrouweneiland resterà il solo libro realizzato a più mani. Vitalski ha deciso di affidare in futuro una storia a ogni disegnatore.
Qui sotto, oltre alla maldestra pagina che ho prodotto ieri, alcuni studi di Serge Baken, che non ho timore a chiamare il miglior disegnatore fiammingo attivo oggi (vedi anche qui.











Thursday, 25 November 2010

D

Daily Art

Wednesday, 24 November 2010

New Dailies

Thursday, 9 September 2010

È più di un mese che non posto niente?

Che vergogna...

Wednesday, 4 August 2010

Processi



Dunque, la genesi di queste pagine è stata un processo piuttosto curioso.

La sceneggiatura è di Peter D'Hollander, scrittore freelance Belga, che tempo fa immaginò la storia e butto giù il progetto.
Ci siamo conosciuti via internet e misi a sua disposizione le mie capacità.

Dopo la bellezza di due anni e mezzo ecco che le prime quattro pagine si sono materializzate.

Penso che può essere divertente mostrare come è accaduto.

A partire dalla sceneggiatura ho, come prima cosa, schizzato velocemente dei pastrocchi giusto per vedere se mi erano chiare l'azione e la scena descrittemi nel testo.

From AUM


From AUM


From AUM


From AUM


Dopodiché sono passato allo studio dei personaggi e delle ambientazioni (che qui vi risparmio).

Hi poi cominciato a cimentarmi con la prima pagina dapprima a colori, con risultati disastrosi

From AUM


e poi in bianco e nero



Nelle mie intenzioni c'era l'idea di usare uno stile europeo che fosse a metà tra quello di Moebius e quello di Cam Kennedy.

Ho poi rimesso mano agli schizzi, rifinendoli e cominicando a ragionare su dove mettere le ombre .

Sostanzialmente non mi sono più mosso di lì fino a poco tempo fa, quando ho ripreso in mano il progetto usandolo come banco di prova per un nuovo stile.

Ho dovuto innanzitutto fare i conti con la prima vignetta. Anche se Peter aveva generosamente concesso un grande spazio alla "opening shot", la sua idea principale, ovvero quella di mostrare questo incredibile dimensione fatta di rocce fluttuanti, solcata da cocchi trainati da creature alate ed in cui i differenti "asteroidi" sono congiunti da ponti improvvisati, poteva difficilmente essere resa in un singolo disegno.

Così ho modificato l'inizio e ho optato per una'inquadratura iniziale più impressionista, seguita da un campo lungo che suggerisse un avvicinamento alla città collocata su questo massiccio volante, cosicché arrivati alla terza vignetta fosse chiaro dove si sarebbe svolta la scena che avremmo letto di lì a poco.



e qualche miglioramento si vede...





Da notare il primo disegno nella terza striscia, copiato inconsapevolmente da un disegno di John Byrne (l'ho scoperto solo a tavola finita, quando ho riaperto un vecchio magazine... la mia mente funziona così)



E per finire...





Alla fine l'unico disegno di cui sono veramente soddisfatto è quello messo in testa a questo post, ma poteva andare peggio...

Monday, 2 August 2010

Rientro



Dunque,
molte cose bollono in pentola.
Ho appena ultimato alcune paginette, che farovvi devere in un prossimo post.
Si tratta del progetto nome in codice: Virga.
A partire da una sceneggiatura di PEter D'Hollander ho realizzato le prime 4 pagine.
Vedremo se Peter vorrà farne qualche cosa.

Ho poi due sceneggiature di mio pugno, entrambe brevi, ho già tutti gli schizzi e il materiale necessario per cominciare, ma credo che una delle due dovrà attandere perché è una cosa piuttosto complessa (diversi stili e forse addirittura a colori).

Quella che più probabilmente sarà completata prima (spero entro la fine dell'anno) si chiama Sosta Vietata e il disegnino in allegato è un assaggio.

Differentemente da come pensavo, anzichè essere realizzata con uno stile tra Kevin Nowlan e Kevin Maguire (artisti che adoro) probabilmente seguiterò coi piei esperimenti zaffiniani, per non perdere la mano.

Ho poi sottoposto un soggetto all'attenzione di mio fratello e della cara Micol (anche questo ve lo pubblico presto). Non ho intenzine di farne nulla, si è trattato dio un divertente esperimento di scrittura. vorrei solo sapere se vale qualche cosa.

Per ora il lavoro più grosse è e resta ONIRO, di cui ho già parlato (vagamente) nei post precedenti. Ho in mano un bel pezzo di storia e ora comincerò a sottoporlo ad alcune persone per delle consulenze.

E poi c'è il video di Vitalski, il biglietto di Andrea e un sacco di altre cose che per voi non hanno senso...

Tuesday, 11 May 2010

Come i Village People

Non c'entra niente, non ho visto il film, non mi interessa granché, ma devo postare questa battuta:

Avatar. I didn't understand this movie at all.
First he's in the Marines .. ..
And then he's in the Na'vi.


Saturday, 24 April 2010

niente di che

Adam ha l'impetigine. Non è grave, Leen ed io possiamo stargli vicino e lui non sembra aver perso il suo buon umore.
Intanto non succede nulla...

Wednesday, 21 April 2010

Just Junk





Dopo un iniziale entusiasmo dovuto alla lettura del bellissimo Winterworld di Dixon/Zaffino, purtroppo ho posato la penna e non sto più disegnando.
In compenso mi dedico al bricolage. Leen ha ereditato una cameretta dai suoi genitori, ma i vari mobili (tra cui questi due comodini) sono stati usati in vario modo (il lette ad esempio è stato dismesso per fare spazio ai vuovi mobili per Adam.

Visto che si parla di roba buona in legno massiccio ho pensato di adattare quello che potevamo tenere allo stile del lettino di mio figlio...
spero che alla fine riescano come previsto...

Friday, 2 April 2010

Qui vincit


Sentivo, giardavo, leggevo i commenti alle elezioni regionali.
Adesso che la polvere comincia a posarsi si vede più chiaro che risultato è stato.

Mentre le proiezioni arrivavano, tutti cantavano vittoria.
Il PdL col suo "ce l'abbiamo più grooso" la Lega con il suo "ce l'abbiamo più duro", il PD con i suoi "risultati significativi", l'IdV con l'aumento dei suoi voti (1)... persino Grillo esulta per le sue percentuali (2)

E io penso: "Se tutti, Berlusconi, Bersani, Di Pietro, Bossi, Grillo, TUTTI, hanno vinto, vuol dire che NOI abbiamo perso".

Note:

1) Lascio perdere la triste citazione di Buttiglione, che dice: "Siamo stati determinanti con la nostra alleanza laddove abbiamo sostenuto il candidato vincente". Che si traduce con: "Siamo Democristi, fiutiamo la situazione a miglia di distanza e ci siamo accollati al candidato con più possibilità di vittoria".

2) Per quanto riguarda quest'ultimo: io sono felice del risultato, e ovviamente lo considero all'interno del panorama mediatico italiano, dove nessuna TV e pochi giornali hanno spazio al MoVimento, ma davvero la strada da fare è tanta e un po' di ironia su dei risultati comunque modesti non avrebeb guastato.

Friday, 26 March 2010

Il messia alieno del pianeta K


Gli abitanti del pianeta K sono sull'orlo dell'auto-estinzione.
A nulla sono serviti i tardi tentativi di contenere il devastante effetto dei disastri ambientali prodotti dallo sfruttamento del pianeta.
Senza un futuro da lasciare ai propri eredi, un'elite di scienziati ha deciso di lanciare negli spazi profondi il loro bene più grande: i propri figli, nella speranza che possano trovare una nuova possibilità.

Cal-L, ancora in fasce, giunge sulla terra a bordo del proprio guscio spaziale.
Viene rinvenuto nelle campagne romagnole da Gianni Chendi e sua moglie Marta, semplici agricoltori avanti negli anni e senza figli.

I due adottano il piccolo, battezzandolo Carlo.
Carlo cresce come tutti i ragazzini dell'ameno comune di provincia, ma con l'arrivo dell'adolescenza comincia a manifestare qualità particolari. Oltre a possedere un’acuta intelligenza, Carlo si rivela il miglior atleta della scuola. Non solo: esce indenne dalle zuffe con ragazzi più grandi di lui ed un giorno si accorge che può persino compiere salti di grande altezza e gittata.

Quando Gianni e Marta decidono di rivelargli il segreto del suo arrivo, il giovane resta interdetto. Alla ricerca della propria identità decide di lasciare la casa dei genitori.

Torna dopo alcuni anni, oramai adulto. I suoi poteri hanno raggiunto proporzioni straordinarie. Ma Carlo è incapace di ignorare la chiamata alle responsabilità, che simili abilità comportano.

La passione per la verità lo porta a studiare giornalismo, spera di diventare un cronista. Il super-udito, la vista a Raggi-X e la capacità di volare possono dargli un notevole vantaggio nella caccia agli scoop (anche se Carlo avverte il dilemma etico di raccogliere notizie attraverso i suoi poteri).

Dopo la laurea viene assunto da uno dei più rispettati giornali del Paese.

Ma questo non basta. Un giorno, di fronte a un caso di violenza che sta compiendosi di fronte ai suoi occhi Carlo decide di intervenire in prima persona e salva alcune persone da un'aggressione.
Carlo si trasforma in un supereroe.
Da principio i resoconti su questo super-uomo volante suscitano ilarità o incredulità ma quando cominciano a essere sempre più numerosi il caso scoppia.
Si tratta di un vigilante solo, o di più persone? E se fosse una montatura? Vola davvero un eroe da fumetto nei cieli d'Italia?
Quando poi sono trafficanti, truffatori o addirittura latitanti ad incappare in questo "superman" il panico di una delle peggiori classi dirigenti mai viste sale a dismisura.

I politici si schierano unanimemente contro questo "attentatore alle libertà" questo "vigilante mascherato" anche se, come fanno notare alcuni commentatori, finora ha aiutato la cattura di colpevoli provati o colti in flagrante.

Carlo intanto comprende che i suoi scoop sono sempre meno graditi al suo editore, Alessandro Luttoni. Luttoni è presidente di un impero che comprende, oltre al quotidiano dove lavora Carlo, anche radio, canali televisivi, assicurazioni, immobili e molto altro. Non volendo mettere il proprio direttore in difficoltà nei confronti del proprietario (e seccato dai titoli a sproposito spesso scelti per contenere la portata esplosiva dei suoi scoop) Carlo decide di lasciare il prestigioso quotidiano.

Passa ad un piccolo giornale indipendente, dove il direttore Antonio Parri-Bianchi lo accoglie a braccia aperte garantendogli piena libertà di azione.

Le continue catture di Superman portano alla luce il verminaio della corruzione nella politica italiana. Le indagini e una risvegliata opinione pubblica fanno capitolare numerosi uomini di potere.

La desolazione politica però crea lo spazio per un nuovo "uomo della provvidenza": Alessandro Luttoni. Cavalcando la popolarità di Superman, l'imprenditore decide di appoggiarlo apertamente, e si candida alle successive elezioni presentandosi come la controparte politica del "nuovo eroe italiano".

Inutile dire che il tycoon non ha affatto intenzione di migliorare il Paese ma punta solo a difendere i propri interessi. Carlo questo lo sa: Luttoni ha più di un debito con la classe politica appena sgretolatasi.

Ma l'ascesa di Luttoni è inarrestabile: diventa primo ministro (e il nemico numero uno di Superman).
Carlo lo osteggia con tutte le proprie forze, anche se è difficile per un eroe onesto e specchiato avere la meglio contro un baro senza scrupoli.
Ma Carlo apprende presto che non saranno i suoi superpoteri la vera arma contro Luttoni, bensì la penna. (continua)

Tuesday, 16 March 2010

Tattoed flower

Monday, 15 March 2010

Come non si compila un libro


Sei un autore comico. Scrivi molto materiale e lo porti in scena dove puoi, da quando ti hanno censurato dalla TV (ma le tue vecchie e nuove esibizioni sono reperibili in rete, ad aver un po' di pazienza per cercare).
Hai aperto un canale di comunicazione con il tuo pubblico via un Blog; gli aggiornamenti sono sporadici ma non disdegni il mezzo, che ti permette di pubblicare interviste, pensieri, parole opere e omissioni.
Tra i numerosi commenti che ti arrivano, scegli di pubblicare solo quelli che ti sembrano interessanti per tutti. Spesso sono dei complimenti al tuo genio.

Poi, con la stessa regolarità avuta negli ultimi anni pubblichi un libro.
E fai una cagata perché:

1) Non è altro che una raccolta di tutto quello che è già stato pubblicato sul tuo blog (e non ti prendi nemmeno la briga di fare un po' di editing, pubblicando interi link internet con tanto di xxv?=lo~index.do finali che magari saranno disattivati prima che il libro sia finito di stampare).
2) Pubblichi i monologhi che hai portato nei teatri per una anno e mezzo. Grazie al cazzo che sono più lunghi perché in scena inevitabilmente tagli, ma almeno le note in calce mettile in calce e non a fine capitolo, oppure ristruttura il testo.
E scrivi in copertina: "Decameron - Monologo integrale"
3)Scegli un font di merda tipo Arial, un'interlinea da mal di testa e poco margine. Così sei sicuro che non somigli a un libro a ma ad una raccolta di articoli scarivati da internet e stampati in casa.

A me piace Daniele Luttazzi, però mi solleva qualche problema.

Ho cominciato a seguirlo molto più assiduamente solo da quando ha aperto il suo blog, in precedenza mi limitavo a seguire le sue apparizioni televisive (ah ah!) e a leggere di sgamo is uoi libri o le rubriche su GQ dagli scaffali di un mio amico.

Reputo che sia un grande autore comico e forse il miglior teorico di satira del Paese(assieme a Dario Fo che grazie al cazzo e un premio Nobel).

Ho ascoltato e riascoltato alcuni suoi interventi pubblici, specialmente quelli su Woody Allen e sulle tecniche di disinformazione: sono delle vere e proprie lectures accademiche che ogni bravo aspirante autore dovrebbe studiarsi (come ho fatto io. Con scarsi risultati)

I suoi rari post su danieleluttazzi.it sono ottimamente argomentati e stimolanti. Da quando ha aperto la palestra di satira centinaia di bravi sutori hanno sopperito alla mancanza di one-liners che è quello che mi aspetto da Luttazzi (per questo Decameron non mi convinse: arrabbiato e studiatissimo, non aveva la freschezza e il divertimento di Tabloid).

Le sue "dispense" in cui educa l'emergente squadra di autori che giornalmente inviano battute sono pure una risorsa formidabile.

Meno falcilmente sopporto di Luttazzi la sua snobberia e la sua, ehm, non trovo la parola... alterigia?
Insomma se la tira un sacco. Non è antipatico, per carità, ma non nasconde la sua cultura, la sua intelligenza e anni di censure lo hanno fatto talmente incazzare che ora non ci sta a schernirsi da solo, così che alla fine ogni sua parola sembra un nuovo mattone del monumento che erige a se stesso.

In soldoni, i miei 17 euro e 50 "La Guerra Civile Fredda" non li vale. Per la stessa cifra potevo scaricarmi due film interi di Moana.
Chi invece ha di meglio da fare che stare su internet tutto il giorno e farsi le pippe su youtube e dovesse essere a digiuno di Luttazzi è probabile che troverà il libro una miniera di intuizioni e battute divertenti.

Wednesday, 24 February 2010

Limbo morale



Che non è una zona franca della coscienza.
È proprio un gioco: per quanto uno abbassi l'asticella delle aspettative, c'è sempre chi riesce a passarci sotto.

(ringrazio di cuore Paolo Luti, alias Luthor, la battuta è sua)

La sindrome di Stendhal


Si dice che colpisca i viaggiatori incauti che, visitando luoghi ricchi di capolavori dell'arte, cadono in preda ad una sorta di delirio con vertigini e spaesamento.

Il nome lo deve allo scrittore francese che, come molti, reputa l'Italia il luogo principe in cui si può essere colti da questo "raptus": i monumenti, i quadri, le bellissime chiese. Tutto in un paese relativamente piccolo.
Sembra tuttavia che gli italiani ne siano immuni.

Ma cosa succede quando si manca dall'Italia per un lungo periodo?
E cosa succede se chi torna viene sommerso dal malcostume, dalla corruzione, la strafottenza, il lerciume, la cafonaggine?

A me sta venendo la sindrome di Stendhal al rovescio.



PS: volevo mettere un link a una notizia che facesse capire a cosa mi riferisco. Mi accorgo che basta andare sulla homepage di un qualsiasi quotidiano.

Monday, 22 February 2010

22 febbraio


Fa che io serva solo a me stessa,
fa di me un arco dello spirito,
fa che io non sia più rupe ma acqua e cielo,


fa che io non sia una piramide ma clessidra per essere capovolta,
che io non sia un oggetto ma un’estensione,
che io non sia una pietra miliare dell’uomo ma della sua natura
fa che io non sia una vistosa virtù ma un oscuro grembo,
fa che io non sia un peso ma una bilancia,
che io non serva come una moneta per comodità pratiche,
che io non resti nelle tre dimensioni dove si nasconde la morte,
fa che io sia l’insondabile architettura per raggiungere l’universale.


Arturo Marini

Friday, 19 February 2010

La Bugia


Alla fine l'ho capita.

Ci ho messo, quanto, Sei anni? No direi dieci anni. Mi ci sono voluti una laurea, 5 traslochi, quattro lavori, un matrimonio, un figlio e i miei mal di testa e mal di pancia di oggi.

Che la risposta non è su Google.
Probabilmente la risposta non è da nessuna parte. Non nel prossimo film, o alla prossima puntata. Non nell'ultima sigaretta o nell'ultima notizia.

Forse la mia non era una dipendenza, ma una sete che non può essere spenta.

Chi reagisce? Chi posta un commento? Chi ha aggiornato il blog? Ci sono updates? Nuovi Uploads? Quando sarà disponibile il prossimo episodio di LOST?

E così via.

Ma internet non ha alcuna risposta da dare! Così come nessun libro ha la risposta(capisco ora il successo di un libro-fuffa come The Secret).

Mi sono posto per ANNI di fronte prima alla TV, poi alla radio, ora a internet come di fronte all'oracolo. In attesa che arrivasse LA PAROLA.

Ricordo che quando ero piccolo questo sentimento procedeva a spanne più lunghe,eppure ricordo distintamente di quando pisciavo nel vespasiano del cesso dei maschi, in via Boifava e mi accorgevo che ero sempre in attesa. Del propssimo film, della prossima figata, del prossimo natale per avere giocattoli.
Waiting for the NEXT BIG THING.

Eppure le uniche vere soddisfazioni le hai quando FAI una cosa. Quando la porti a termine.
Il primo orgasmo, la maturità. Un lavoro finito e pubblicato. Mio figlio. Solo allora ho avuto attimi in cui capivo chi ero.

Il lavoro che ti ci porta, a quella realizzazione, non è mai piacevole. Nno ti ci poi indulgere come quando passivamente ti metti di fronte all'utima puntata di LOST.

Ma non è questo il punto.

Sono certo che a parlare è anche il peso del senso di colpa che chi è cresciuto cattolico non riesce a scrollarsi di dosso se non lottando a mani nude con l'angelo.

Vuol dire che non andrò più su Youtube?
Certo che no. Se mi serve. Se sarà Youtube a venire da me.
Continuerò a leggere libri perchè è una delle cose più belle del mondo e niente mi darà mai più piacere di un bel fumetto da sfogliare all'infinito.

Ma non cercherò più le risposte.
Le darò.

Solo... peccato di non esserci arrivato prima.
In fondo non è molto saggio fidarsi degli oracoli che predicono cose meno gravi del patricidio o l'incesto. E anche di quelli in fondo sarebbe meglio fare a meno.


Cambiando discorso. Devo imparare a disegnare gli abiti in pelle.
Alla ricerca di riferimenti sono incappato in questo illustratore.
Si chiama Mike Mayhew
Molto commerciale e patinato, ma alcune cose le fa proprio bene. Fa rimpiagere l'Alex Ross che fu, prima che si desse agli steroidi (stessa cosa capitata al grande Claudio Castellini) e disegna Mystica degli X-Men da dio...

Tuesday, 16 February 2010

scroll