Friday 26 September 2008

Secondo capitolo della mia personale guida al meglio del web-per-chi-ha-tempo-da-perdere.
Come accennavo in un post precedente, ciò che genera nausa nel Web è il rincorrersi di commenti, risposte e riciclaggi che proliferano con velocità virale.
Hai un'idea divertente? Il giornodopo è già presa, smontata, copiata, commentata, masticata e sputata.
Ci sarebbe da arrendersi.
Per questo sono rimasto sorpreso della piccola quantità di inchiostro versata riguardo Michael Argusso, noto con il modesto nome di “ItsJustSomeRandomGuy” o ancora più semplicemente “Random Guy” (letteralmente: “Tizio qualunque” o meglio “un tizio a caso”) e dalla esigua serie di imitazioni-omaggi-riletture che il suo materiale ha avuto.

Si badi, non è passato inosservato: i suoi video sono stati cliccati MILIONI di volte, il suo canale vanta una alta posizione per numero di abbonati su Youtube dove, visto il numero di utenze, qualsiasi posizione a due cifre può considerarsi un successo.

Forse complice una sua certa ritrosia dell'autore a parlare di sè se non attraverso i suoi filmati, di lui non si trovano che poche notizie sparse.
Allora ne parlo io, convinto che il buon lavoro vada premiato.

Argusso ha cominciato da una parodia (sì, anche lui).
Prendendo spunto dalla celebre e riuscita campagna pubblicitaria Get A Mac della Apple, già soggetto di numerose riletture, il ventisettenne americano ha cominciato a inscenare piccoli sketch che vedono protagonisti diversi supereroi delle due maggiori concorrenti americane Marvel e DC.



L'approccio è lo-tech: Argusso non fa altro che tenere in mano di fronte alla camera del proprio computer alcuni pupazzetti dei suddetti eroi.
Non c'è l'ombra di animazione passo uno.
Siamo quasi dalle parti del fotoromanzo, per dare una vaga ilusione di movimento Argusso cambia la posizione dei personaggi da un'inquadratura all'altra.
Quello che manca in effetti speciali è però compensato dall'ottima capacità di Argusso nel creare le caratterizzazioni vocali dei personaggi (spesso basate sulle voci degli attori che hanno interpretato i vari ruoli negli ultimi anni) e dal suo frizzante senso of humor.
Quanto sia difficile scrivere buoni dialoghi comici a “botta e risposta” che siano spigliati oltre che effettivamente divertenti per contenuto e “delivery” fatevelo dire da chiunque lo fa di mestiere.

Nei primi video della serie Superman si vede costretto ad ammettere, di fronte ad un imbarazzato Spider-man, la supremazia strategica nel marketing da parte della rivale Marvel, soprattutto nella gestione delle cosiddette movie-franchise.
GLi spot della Apple sono copiati per struttura ed in effetti ciò che fa ridere è la applicabilità della stessa formula ad un contesto completamente diverso (lì i computer, qui i film di supereroi)
A poco a poco si è visto aumentare il numero dei personaggi, tutti rigorosamente presi dalle pagine a fumetti: Batman, I Fantastici 4 e via aumentando.
Ironizzando sia sul contenuto delle storie a fumetti deipersonaggi, sia sulle spasmodiche attese dei fan per il prossimo hit cinematografico Argusso è esploso in una serie di divertentissime battute che si sono presto trovate strette nella formula "Apple".



La scena si sposta in un bar: scopriamo così che i supereroi vivono in una specie di cartoonia sospesa tra il mondo reale e quello delle loro storie a fumetti. Le loro identità e i loro poteri sono quelli che conosciamo, così come il loro carattere e le loro vicende personali, ma anche per loro i film sono film.

In una specie di "dopo lavoro", i diversi eroi si incontrano, parlano dei loro problemi, dei film su di loro e degli attori scelti per impersonarli, hanno le loro frustrazioni e le loro presunzioni, si innamorano.
Nascono invidie sulla base del regista chiamato al dirigere la prossima pellicola o sul successo monetario dell'ultimo capitolo.
Una nota amara si aggiunge quando gli stessi eroi si rendono conto di essere inverosimili, o peggio irrilevanti, oppure di avere passati davvero tragici, in un gioco totalmente autoreferenziale e squisitqmente scoperto.

Nonostante l'autore abbia col tempo dato maggiore attenzione alla confezione dei suoi filmati, con l'aiuto di una paziente fidanzata che realizza prop o vestiti di scena, la tecnica è rimasta molto semplice. E ci va bene così, perchè la qualità della scrittura nel frattempo è rimasta costante, anzi è migliorata.

Dopo primi sketch autoconclusivi Argusso è passato a realizzare interi archi narrativi di sei-otto episodi senza mai perdere di vista gli ormai numerosissimi personaggi che popolano la serie e utilizzando alcuni spunti marginali, anche piccoli, come trampolino per storie o gag successive.



Non vi racconto cosa è accaduto finora, per non togliervi il piacere della visione, ma per stuzzicare la vostra curiosità vi dico solo che al momento la seconda serie è cominciata: L'Uomo-Ragno tenta di diventare il sidekick di Batman, il Green Goblin è sotto allucinogeni mentre i buoni sembrano essere diventati i cattivi...



Il successo di Argusso sulla rete ha portato gli organizzatori della New York Comic Con a dedicargli un piccolo panel durante la manifestazione e gli ha chiesto di realizzare alcuni spot destinati al web per promuovere l'evento (la Marvel che nel frattempo ha notato il giovane ha dato il permesso all'uso dei propri personaggi)

In effetti la domanda che nasce spontanea è: “quanto ci metteranno editori di fumetti o stazioni TV ad accorgersi del talento di questo ragazzo e a dargli qualche idea da sviluppare?”
Senz'altro ha dimostrato di saper scrivere dialoghi, di saper caratterizzare i personaggi, di conoscerne sia la psicologia che la mitologia e si saper creare un intreccio.
Resta da vedere se il ragazzo sia in grado di scrivere anche altri generi e altri personaggi oppure se, ma questo lo ritengo improbabile, non sia assolutamente disinteressato a possibili patti faustiani col mondo dello show business e che si “accontenti” di regalare divertimento gratis ad un fedele (e crescente) seguito.
Purtroppo la frequenza dei filmati non è altissima, ma può anche darsi che Argusso abbia di meglio da fare che giocare con i pupazzetti, o che qualcosa stia bollendo in pentola)...

Tuesday 2 September 2008

Casa di Bambola


Ho ritrovato... no non è vero.
Non l'ho ritrovata, la sapevo quasi a memoria.
sono le parole per una canzione mai scritta.
Mi ero lasciato con Leen, pensando che non l'avrei più rivista, ed ero tremendamente insoddisfatto. Mi sono sentito come Rose, la protagonista di "Casa di Bambola", il secondo ciclo della saga di Sandman.
A questo si sono aggiunte le suggestioni dickiane che il concetto "Casa di Bambola" porta con sè. All'epoca mi sembrava di vivere molto più nella mia testa che altrove...




Casa di bambola
e un cuore di vetro
offerto al dio dei sogni.

Succede che crolla
tutto tranne il mondo
ma ero troppo dentro,
troppo dentro,

per pensare di restare
senza la mia Perky Pat
Lanciato a mille miglia
dentro un mondo Mattel.

E non ti accorgi che è da tempo
che sei uscito dalla strada
masticando la tua droga.
La tua fantasia malata

è una casa di bambola
e un cuore di vetro
offerto al dio dei sogni.

Ed ora sono sveglio
ma non esco mai di casa
e pieghe di lenzuola
mi solcano la faccia.

Ma infine apro il rubinetto
e ci infilo la mia testa
Il piatto della doccia
si tinge e poi si stinge
di rosa
indosso il mio sorriso
migliore
Sei mesi sono troppi
per piangersi addosso.

WUUUUAAAAAAALLIIIIII




Rispodno a questo post

Ci sono andato coi bambini.
Non i miei, non ne ho (ancora).
Quelli di mia cognata Ilse. E comincio a temere un futuro dove gli unici film che potrò andare a vedere al cinema sono questi. Oddìo, fossero tutti come WALL-E ci metteri la firma, la Pixar non si smentisce, ma a giudicare dai trailer che hanno preceduto il film... so che i principali dovere di un padre sono altri, ma non posso non pensare a come salvare mio figlio da High School Musical o Studio 100 (cosa sia Studio 100 ve lo racconto in una prossima puntata).

Allora, ma com'è questo WALL-E?
È bello. È bello perché è piuttosto coraggioso. È bello perché nonostante la tecnica impiegata si tratta di un film sulle cose semplici.
Il film è tutta regia, tanto che la sceneggiatura, pur ben scritta, non si riscatta da alcuni prevedibili sviluppi e alcuni clichés piuttosto "convenienti".

Il piccolo robot WALL-E non parla, ma emette pigoli e suoni à la C1-P8.
Non sorprende che dietro alle "voce" di WALL-E ci sia lo stesso Ben Burtt, geniale sound designer e ideatore del panorama delle mitiche Guerre Stellari.
WALL-E risponde a tutte le caratteristiche di "cuteness" necessarie, braccine corte, occhioni grandi, corpo tozzo. Guardatelo bene e capirete che il modello non è Nr.5 di Corto Circuito(come sospettato da molti a causa di alcune innegabili somiglianze), ma lo spielberghiano ET.

Mi levo il cappello di fronte ad una incredibile squadra di animatori in grado di rendere espressivo un blocco di figure geometriche.
La regia ci regala momenti enormi fatti con piccole cose, la scoperta di un giocattolo, due personaggi che fanno conoscenza e continuando a ripetere solo i propri nomi (WWWUUAAAALIIII) e soprattutto, il sospiro per una mano tenuta nella mano.

Non scherzo, da questo pnto di vista siamo dalle parti di Chaplin: un cinema muto e magico in grado di apmlificare pochi gesti semplici, nello stesso modo in cui nel film una lente di ingrandimento ingigantisce il piccolo schermo di un iPod, dove scorrono le immagini di Hello Dolly.


Il realismo delle prime immagini del film hanno fatto chedere alla mia nipotina di stare ancora assistendo a una pubblicità o al trailer di un altro film live action.


In breve: WALL-E è l'ultimo robot sulla terra. È stato dimenticato acceso apparentemente e continua il suo lavoro di compattare rifiuti e la sua unica compagnia è uno scarafaggio. Durante le sue ripetive giornate ha sviluppato una naturale curiosità per gli oggetti che lui trova interessanti.
Tra questi un bel giorno trova una pianta: segno che la terra, abbandonata dall'uomo, sta timidamente tornando verde tra le montagne di rifiuti che la ricoprono.
EVE è uno/a dei tanti scout che vengono regolarmente mandati in ricognizione dalla nave dove l'umanità vive da 700 anni. Lo scopo dei Robot EVE è di controllare quando sarà possibile ricolonizzare il loro pianeta d'origine, nel frattempo dimenticato.

La storia procede come ci si aspetterebbe, WALL-E si innamora, ma l'oggetto del suo amore viene portato via (EVE ha preso la pianta trovata da WALL-E: quello era lo scopo della miassione)

WALL-E innamorato segue EVE fin sull'astronave Axiom dove gli uomini vivono un felice ma abulico esilio.

Qui si scopre che il computer di navigazione (in realtà vero comandante della nave spaziale in barba ad un pacioso capitano) non ha intenzione di tornare sulla terra.

Perchè? Perché un messaggio segreto lasciato dal costruttore della nave solo alcuni mesi dopo la partenza della Axiom ci informa che la Terra non ha speranza di essere sanata (e come non pensare al famoso messaggio segreto di 2001?)

Questo è oltretutto il punto che meno mi ha convinto: il fatto che il film abbia bisogno di un antagonista per mettere i bastoni tra le ruote.)

Il computer di bordo non accetta che si faccia diversamente e cerca di impedire il ritorno a casa. Che puntualmente avviene entro il finale. WALL-E sembra morto... no non lo è, ma ha perso la memoria e con lei l'amore che nel frattmepo EVE ha imp... no, ovviamente, WALL-E recupera la memoria e tutti vivono felici e contenti.

Semplice no? Quasi banale.
Il film si riscatta perchè riempie questa storia prevedibile di tanti piccoli/grandi momenti e alcune salutari riflessioni sulla civiltà (o inciviltà) del consumo.

E qui forse giace il vero problema del film.
È accettabile che sia la Disney, la stessa dei parchi di divertimento e del merchandise a tappeto, a farci la morale sulle nostre abitudini di consumo?
Sono certo che gli autori del film avessero le migliori intenzioni, ma nei fatti si tratta di ipocrisia.

Per concludere: le musiche di Thomas Newman. SPLENDIDE. Complice la natura "muta" del film, il compositore si dispiega in quello che forse è il suo lavoro migliore. Varipinto, delicato oppure altisonante all'occorrenza.
(Non che il compositore dovesse dimostrare qualcosa, la sua precedente prova Pixar, Finding Nemo, l'ottimo Angels in America, The Good German mi avevano già conquistato.)

Monday 1 September 2008

Pensando a Laura



at the end, it all goes back to teacups and carousels...
Alessandro, this is for you.
Happy Birthday!