Thursday 27 October 2011

Sigà-sigà: il diario - 3



Eccomi di ritorno.
Ho finito la prima stesura delle primo capitolo.
Dovevano essere 15 pagine, speravo di poterlo condensare in 12 o 13, alla fine sono 25!
Ma ho una scusa: Sono 25 mezze pagine.
La questione è molto semplice: ho voluto attenermi per quanto possibile alla tecnica superbamente usata da Chuck Dixon suo Seven Block, ovvero: far corrispondere i cambi si scena con la fine di una pagina.
Il problema è che questo limite mal si sposava con il numero di vignette che certe sequenze richiedevano. Questo perché ho anche voluto fare mio il “credo” di Eisner per cui gli scambi di battuta all’interno di una vignetta devono essere limitati. Ci sono dei casi dove un botta e risposta di tre o quattro battute può essere condensato in una sola vignetta, specialmente in una storia lunga, per evitare improvvisi sbalzi di ritmo, ma il più delle volte non si dovrebbe fare.
Così mi sono trovato a infilare troppe vignette per pagina, una delle cose che come disegnatore detesto.
Certe scene che ho scritto, per quanto mi sono sforzato, non ho potuto asciugarle fino al numero necessario di battute per chiudere sempre a fin di pagina.
L’unica soluzione era riscrivere tutto da capo.
Lo so che Bill Sienkevitch può creare bellissime pagine da sedici (16!!) vignette, ma io non sono Bill Sinkevich (mai capito come si scrive) e poi qui sto cercando di usare un altro stile di narrazione, più vicino a Pratt, a Caniff o a… ehi! Caniff!



Le strisce!
Ma certo! Posso mettere le pagine in orizzontale.
Avevo cominciato a baloccare con l’idea del formato orizzontale per un motivo molto semplice. Credo che questo lavoro finirà sul Web. E gli schermi del computer sono orizzontali. Oh certo, oggi ci sono i tablet e gli smartphone, ma mentre questi possono possono essere girati in orizzontale o verticale a piacimento, gli schermi del computer sono fissi così.
Ho alcuni e-comics e detesto dover “scrollare” per leggere.
Ho osservato le pagine che stavo creando e mi sono accorto che quasi tutte potevano essere tagliate nel mezzo senza problemi (solo alcune richiedevano piccoli aggiustamenti, facilmente applicabili).
Oltretutto tagliando a metà e lavorando su formato orizzontale più piccolo, posso fare gli originali su fogli A4, con grosso risparmio sui prezzi di scansione!
A consolarmi arrivano anche Frank Miller e Will Eisner che nella loro conversazione parlano della necessità di saper sfidare il formato classico.
Il risultato è che adesso ogni pagina ha un numero agile di vignette.

Tuesday 18 October 2011

Sigà sigà



Mentre cerco di capire se voglio un iPhone e quale (magari per poter postare più frequentemente), torno sull'argomento dell'ultimo post.

Il proposito della pagina al giorno ovviamente non tiene, ma non me lo rimangio.
La sceneggiatura prosegue, di pagine in progress ne ho già 15 (che poi è il primo "batch" che voglio disegnare proporre in giro), i dialoghi sono più o meno a posto, ma solo tre pagine sono davvero finite.

Ma si prosegue.

Ci sono cose che mi vengono molto facili, come capire di quali immagini ho bisogno e in che ordine, più difficile è cercare di avere un solo scambio di battute per vignetta (e infatti a volte cono cotretto a metterne di più), senza creare sequenze lunghissime (io vorrei che ogni pagina fosse una scena).
Ho capito però che le "pause" (vignette mute dove il ritmo del dialogo o di uno scambio rallenta) sono da usare con parsimonia. Un po' come i primi piani per Kubrick. Ce ne saranno meno di qunto pensavo.

Le voci dei personaggi cominciano a formarsi nella mia testa. Non so se i dialoghi siano particolarmente riusciti ma ho capito che inserendo tensione o conflitto si scrivono molto più facilmente.

Alle volte sembra noioso sceneggiare per se stessi: perché indugiare nella descrizione in prosa di una vignetta che io stesso dovrò disegnare? Ma ho raccolto la sfida e cerco di di farlo in modo preciso ma mantenendo le parole al minimo, un po' come si dovrebbe fare nella sceneggiatura di un film. Come suggerisce Mystery Man, voglio anche evitare a tutti i costi di scrivere "Vediamo" o "Si vede". Trattandosi però una forma narrativa che richiede immagini statiche può diventare un bel rompicapo, specialmente quando la composizione (chi è in primo piano, chi sullo sfondo, chi di spalle) DEVE essere fatta in un certo modo.
Per ora mi riesce, spero che diventi automatico.

Il bel disegno in apertura viene dal Blog di Julian Totino Tedesco.