Wednesday, 21 November 2012

Federico

Chiara odia i Social Network. Odia i blog. Odia i fiumi di inchiostro (anche se elettronico) versati per dare voce anche a chi non ha nulla da dire.
Non gli piace sostituire le relazioni personali con le relazioni tramite mezzi computerizzati.
Detesta che si possa pensare di "partecipare" a una protesta semplicemente condividendo uno status su Facebook o una foto su Twitter.

La boutade al posto del contenuto.
Io rispetto molto l'opinione di Chiara. Temo perfino che possa avere ragione.
Solo che Chiara è un personaggio inventato da me.

È basata su una persona che conosco più su altre di cui ho solo letto o con le quali mi sono scritto, ma non "esiste".

Eppure per me è molto reale. Forse per questo è anche il personaggio più facile da scrivere.

Provo a spiegale perché potrebbe avere torto.

Anzitutto se non fosse stato per internet, i blog, i social network, lei non esisterebbe. Tutto il materiale che ho potuto consultare per creare la storia di cui lei fa parte è stato recuperato (od ordinato) via internet. Tutte le persone contattate sono state raggiunte perché rintracciabili sul www.

E va bé, dice Chiara, ma io non ce l'ho mica con la tecnologia. Ce l'ho con chi pensa che questa renda "amiche" persone che nemmeno si conoscono col nome proprio. Con chi pensa che un blogger sia un giornalista.

Permettimi di risponderti.

Se non avessi condiviso la mia passione per Zaffino sul mio blog, non avrei conosciuto una serie di persone poi via Facebook.

Tra queste persone c'è Federico. Non è (ancora) un mio grande amico. A parte commentare a vicenda i nostri post, non facciamo molto altro. Lo so che questo è proprio il tipo di relazione povera che critichi, ma aspetta, prima di giudicare.

Se non ci fosse stato Facebook, non avrei avuto con lui nemmeno questo superficiale rapporto.

Federico ha gusti eccellenti: gli piacciono tutti i nomi giusti: Alex Toth, Will Eisner, Jordi Bernet, Jorge Zaffino, Corrado Mastrantuono, Milton Caniff.
E ha solo 15 anni (penso di avere a che fare con un possibile ragazzo prodigio).

Così l'ho tirato in mezzo nel nostro progetto. Sì Chiara, nel NOSTRO, perché dentro ci sei anche tu.

Per ora il ragazzo è molto umile. Dice (e io gli credo) che si esercita molto. A giudicare dalle sue prove (poco importa se si tratta di copie) direi che è sulla strada giusta, no?



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