Friday, 27 February 2009

Il maestro e l'allievo



Non sapevo bene quale pagina del grande Jorge Zaffino scegliere per rendere omaggio a questo grande (e ahimé scomparso) artista.
Ho scelto la pagina 4 di Blocco Sette il fumetto grazie al quale lo ho scoperto.
Non è la migliore dell'album, ma la ho qui disponibile.
Preferisco la versione a colori acidi effettivamente stampata dalla Epic ma, senza i colori forse si può apprezzare meglio il lavoro di questo gigante.

Sotto ancora un disegnino mio, mentre cerco di capire come si fa a disengare così bene...

Thursday, 26 February 2009

Ancora prove...



Io ho un caro amico.
Forse il mio migliore amico.
Mi manca spesso, perché lui sta in Italia (quando non se ne vola in Oregon) e io sono in Beglio.
Mi ha sempre incoraggiato.
Lo invidio perché adesso ha pubblicato il suo primo libro, ma sono molto orgoglioso di lui.

Questo mio amico ha raccolto al volo un'idea quasi ridicola che gli ho gettato lì in una delle nostre ultime conversazioni al telefono.

Ha detto che si può fare.

Così da un po' di giorni non dormo e mi sono messo a fare i disegni che vedete qui.

Non posso dire cosa sono.

Spero che tutto vada come deve.

E forse sto imparando a inchiostrare...

Thursday, 19 February 2009

Zibaldone

Ho tempo quando non mi serve o non so che farmene.
Il tempo è denaro, ma il denaro non è tempo. L'equazione non è reversibile.
Non puoi metterlo in banca il tempo.

Comunque ora ne ho un po' non lo sto rubando. sono in ufficio e non c'è nulla da fare.

Allora metto qui tutte le bozze di post che non ho mai pubblicato.

Mancano le date.

Come nei nostri programmi di posta elettronica, le cose che vengono prima sono anche le più recenti. seguono i commenti mai pubblicati più vecchi, e si va a ritroso come se questo fosse l'Ultimo nastro di Krapp.

Prima...


C'era tanto tempo fa

"Sono andato al lavoro ascoltando uno strano CD oggi.
È una raccolta compilata da me, si tempi in cui stavo ripulendo il computer da files inutili.
Non ricordo le circostanze, ma credo avessi poco tempo allora, poichè non mi son preso la birga di fare una lista del contenuto sulla copertina.
L'unica scritta, lapidaria, è la seguente: "PATTUME ANNI '80 + CARTONI ANIMATI".
Piuttosto precisa, a essere sincero. Non saprei come meglio classificare
Maniac di Giorgio Moroder, Footloose (dal film omonimo), Axel F. di Faltermayer (lo spelling non è accurato, cito a memoria) e la sigla di Magnum P.I. se non pattume anni '80.
Per il resto sono tutte sigle di cartoni animati un po' datate. Con due eccezioni: e il tema da
ER (non è pattume) e Stain' Alive dei Bee Gees (non è anni '80).

Non voglio cominciare una delle solite lamentele da nostalgico tipo "Ah, quelle sigle di una volta! Adesso fanno tutte schifo!" perché è noioso e non aggiunge nulla al discorso (comunque le sigle di oggi sono pietose).

Quando i cartoni animati giapponesi erano trasmessi da una serie più o meno varia di emittenti locali, non c'era un'unica filosofia sul come andassero adattati.
Immagino che l'idea di puntare molto sul pubblico femminile, di ammorbidire i toni con sigle innocue e censure più o meno pesanti, di italianizzare o americanizzare i nomi dei protagonisti siano da attribuire in larga parte a quella vecchia volpe di Anna Valeri-Manera, storica adattatrice di serie TV, nonché autrice accreditata di un numero infinito di sigle sui canali berlusconiani.

L'avvento di nuove tecnologie e di mutati gusti musicali da parte di autori, editori e pubblico ha portato a mutare notevolmente lo stile delle cosiddette "sigle".

Non so per quale ragione, ma pare che una volta le sigle fossero tutte scritte da autori musicali molto attenti alle tendenze straniere e sopratutto con
Prima di questo periodo le sigle"



... ancora prima...


Perchè ho paura

"Le promesse non mantenute.
Il mio talento.
Accettare ul destino.
Sono davvero bravo?
Come uso il mio tempo?"


... ancora prima...


Gomorra

"Apprendo con un misto di rammarico, tristezza, ansia e amarezza la notizia che Roberto Saviano pensa di andarsene dall'Italia.

Io non lo sapevo, ma Saviano ha la mia età. Ha 28 anni.
Non ho letto il suo libro, ma ho visto il film che Garrone ne ha tratto pochi giorni fa.

Ho letto gli articoli che Saviano ha scritto recentemente, sui Casalesi, sui ragazzi protagonisti del film bocciati a scuola.
Il rammarico vine vedendo lo stress vincere uno scrittore che sembrava deciso a non lasciarsi intimidire. La tristezza perché la sua non é una fuga ma una voglia di normalità. È possibile insomma, che fare bene e onestamente il proprio mestiere per gli scrittori, i giornalisti, i magistrati e persino gli imprenditori, vuol dire dover cimentarsi in una prova di resistenza contro tutto e tutti, come se gli anormali fossero loro?
Quelli che scirvono la verità? Quelli che non pagano il pizzo?
Se ci fossi io, lì. Non vorrei andamrene pure io, per uscire dall'inferno?

Perchè questo è il mio paese. L'inferno. Che può essere persino attraente, o meglio, ammorbante (come Whitechapel in
From Hell)."

Monday, 16 February 2009

Segreti


alla fine si tratta solo di usare il pennello come un pennarello, e di non staccarlo mai dal foglio.

Avere un buon disegno di base ma fregarsene di stare dentro le linee...

o addirittura non avere neanche il disegno alla base ma dei grandi esempi di fronte

Friday, 13 February 2009

Per amore, non tacerò.

Questo scriveva Don Peppino Diana, un sacerdote che avrei misconosciuto se non me lo avesse raccontato Saviano.

Non tacere.

Su Facebook ho avuto un contatto con Salvatore Borsellino, un uomo mite che sarebbe passato inosservato nella storia del nostro paese, non fosse stato imparentato con uno dei più grandi uomini della Storia Repubblicana, il giudice Paolo Borsellino.

Ho scoperto con sorpresa che Salvatore Borsellino ha avuto una reazione simile alla mia (moltiplicata per mille, ne sono certo) alla visione del documentario Excellent Cadavers - In un altro paese di Alexander Stille.

La morte di Paolo borsellino è stata la Nagasaki italiana.

Ma quando nel documentario si rivede la reazione della gente di fronte alla brutalità mafiosa e alla complicità dello Stato ci si commuove, ma si prova anche orgoglio: allora sapevamo indignarci con lo Stato, o meglio coi suoi rappresentanti che si presentavano ipocritamente (non tutti, per carità) ai funerali dei giudici.
Deve essere stato quel sentimento che ha fatto gridare al giovane Giuseppe Gatì a favore di Caselli e del Pool antimafia.

Ho scritto queste riche a Salvatore borsellino e sto lavornado ad una lettera da spedire alle redazioni di giornali stranieri (in verità più attenti alla situazione italiana di questo periodo di quanto non credessi).

Mi consola vedere che due miei amici che stimo molto, Fulvio e Alessandro stiano ultimamente facendosi le stesse domande e stiano risvegliando la stessa indignazione (che a noi Italiani, ci insegn Marco Paolini, dura meno dell'orgasmo).

"Caro Salvatore,
i suoi appelli recenti (che ho potuto ascoltare da internet, visto che risiedo all'estero) mi hanno colpito moltissimo.

Mi interesso da un po' di anni alla storia recente d'Italia e c'è da restare attoniti.

Sia perché sembra di assistere ad una saga criminale, sia perché sembra che il calice della sopportazione pare non colmarsi mai.

Quando, rivedendo le interviste e i filmati, ascolto le parole di suo fratello o di Giovanni Falcone, la loro grandissima dignità, il loro senso civico e del dovere, la loro intelligenza ed eroismo mi spingono sovente ad una sincera commozione.

Nei giorni passati stavo compilando una lettera che vorrei mandare alle redazioni dei giornali stranieri per sollevare l'attenzione della stampa estera, indipendente dai poteri politici italiani.

Tra le altre cose, in questa lettera parlo di Joseph Campbell, uno studioso americano di religioni e mitologia comparata.
Campbell definisce, dal punto divista antropologico e culturale, cosa è un'eroe.

Gli eroi sono figure che compiono un cammino particolare, apparentemente al di sopra delle proprie possibilità, al termine del quale, spesso tramite un sacrificio, guadagnano una ricompensa spirituale.

Alcuni di questi eroi poi non tengono quanto di guadagnato per se stessi, ma portano questa vittoria, questa illuminazione, al proprio popolo.

Per questo popoli diversi hanno eroi diversi. Per i popoli nomadi eroe è chi trovato una terra promessa dove insediarsi. Per gli schiavi eroe è chi, dopo aver lottato per la propria liberazione, è in grado di liberare un intero popolo.

Per questo negli Stati Uniti si celebrano i combattenti della guerra d'indipendenza e da noi i partigiani.
Il sangue versato per un popolo dovrebbe sigillare, marchiare a fuoco l'etica di un'intera nazione. La conquista, materiale, spirituale, civile, viene lasciata in eredità. E al sangue dei propri padri non ci si può sottrarre.
È un'eredità pesante, ma di cui essere fieri.

Lei stesso ha detto che avrebbe ringraziato Dio, se il sacrificio di Paolo fosse servito a dare una nuova vita all'Italia.

Ma troppo spesso ci troviamo a domadare a noi stessi se certi sacrifici non siano stati compiuti invano.

Per questo sono anche io spaventato da chi celebra l'eroe Mangano.
Perché costoro vogliono sovvertire, anzi, spazzare via l'etica fondatrice della Repubblica Italiana e fare dei suoi cittadini un popolo mafioso.

Un popolo che sostituisce ai valori di Libertà, Uguaglianza, Onestà e Dignità, il compromesso, l'omertà, il supruso, la schiavitù pavida.

Io non voglio smettere di sperare e spero di poter fare la mia parte.

Con profondissima stima,

Gianmaria"