Tuesday, 11 December 2007
tutti quanti...
Tutti quanti scrivono su un blog, mi chiedo se non stiamo diventando un popolo di scrittori che non legge.
tutti quanti hanno apparentemente tempo per Facebook, mentre io capisco appena come funziona. mi chiedo se sono solo io a trovare l'interfaccia un disastro.
Diario
Non ho fatto niente. Magari, se uscissi... soltanto mezz'ora.
Ma tornano nubi pesanti che tolgon voglia.
Video del giorno, per non dimenticare:
http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/folder.srv?id=1914#
Wednesday, 22 August 2007
SOGNI DI GUERRA
Ri-eccomi.
Inquietudne e preoccupazione.
Ho sognato prima di svegliarmi questa mattina di trovarmi nuovamente a Milano. Ero nella caa dei miei genitori dove sono scresciuto e guardavo fuori dalle finestre della veranda, che per tanti anni sono state per me davvero le finestrew sul mondo di fuori.
C'era la guerra. Colonne di fuoco si alzavano, elicotteri andavano dappertutto e i carri armati pattugliavano le strade, scortando colonne di civili appiedati, tirati fuori di forza dalle loro case.
Non sapevo se fosse un rastrellamento, o se l'esercito era lì per proteggerci da un attacco che a giudicare dalle fiamme era già iniziato. So però che non si trattava dell'esercito del mio paese, ma dell'esercito russo e chi attaccava era l'Afghanistan.
L'Italia era teatro di guerra.
Il mio primo pensiero andò a Laura, come potevo salvare tutte le tavole del fumetto che avevo appena finito, maledizione?!?
Maledii la mia lentezza. Lo avessi finito priaima dell'invasione forse adesso sarebbe tutto al sicuro.
Poi pensai che avrei dovuto avvisare Leen.
Nel sogno era notte fonda, ma pensai che avrebbe preferito sapere da me della sventura, piuttosto che apprenderlo dai telegiornali del giorno dopo.
Al mio risveglio non sono mai stato tanto grato di trovarmi in Belgio.
Le notizie dal mondo rimangono deprimenti, così come le battute del presidente Bush sulla disastrosa situazione in Iraq.
(continua)
Inquietudne e preoccupazione.
Ho sognato prima di svegliarmi questa mattina di trovarmi nuovamente a Milano. Ero nella caa dei miei genitori dove sono scresciuto e guardavo fuori dalle finestre della veranda, che per tanti anni sono state per me davvero le finestrew sul mondo di fuori.
C'era la guerra. Colonne di fuoco si alzavano, elicotteri andavano dappertutto e i carri armati pattugliavano le strade, scortando colonne di civili appiedati, tirati fuori di forza dalle loro case.
Non sapevo se fosse un rastrellamento, o se l'esercito era lì per proteggerci da un attacco che a giudicare dalle fiamme era già iniziato. So però che non si trattava dell'esercito del mio paese, ma dell'esercito russo e chi attaccava era l'Afghanistan.
L'Italia era teatro di guerra.
Il mio primo pensiero andò a Laura, come potevo salvare tutte le tavole del fumetto che avevo appena finito, maledizione?!?
Maledii la mia lentezza. Lo avessi finito priaima dell'invasione forse adesso sarebbe tutto al sicuro.
Poi pensai che avrei dovuto avvisare Leen.
Nel sogno era notte fonda, ma pensai che avrebbe preferito sapere da me della sventura, piuttosto che apprenderlo dai telegiornali del giorno dopo.
Al mio risveglio non sono mai stato tanto grato di trovarmi in Belgio.
Le notizie dal mondo rimangono deprimenti, così come le battute del presidente Bush sulla disastrosa situazione in Iraq.
(continua)
Friday, 17 August 2007
YOU(DON'T DO NO)TUBE
You don't do no Tube.
You ain't do no Tube.
You Don't do a Tube.
Tu non fai un Tubo.
YOU TUBE BLUES.
La cosa bella è che comincio a scriverlo proprio mentre mi faccio una dose.
Una volta erano le videocassette, però dovevi riavvolgerle, e poi la pausa non era netta, secca, un TAC seguito da un perfetto "freeze frame" come quella di un DVD.
Di solito la pausa di un videoregistratore com'era?
Tremula, con la parte alta dell'immagine sventolante a bandiera, coi colori che si spalmavano di verde e di viola.
Per anni ci è andato bene, si sapeva che la cassetta era solo il ricordo di un film e non una copia fedele.
Vuoi mettere il confronto con il Super8?
Il "super otto millimetri", perforato solo da una parte, per non perdere nemmeno un millimetro di fotogramma, che a quelle dimensioni fa la differenza tra un'immagine leggibile e un poltiglia di colori.
Persino il Super8, col suo macchinario complesso, che ci voleva mio fratello più grande o mio papà per metterlo in moto (letteralmente, il rumore non era meno assordante di quello di un garelli 50), con il necessario riavvolgimento a fine proiezione, ecco, persino il Super8 era andato bene per anni.Insegnandoci una certa disciplina, non di meno.
Anzitutto che dei film si vedeva solo un pezzo, un souvenir. Scene selezionate per stare nella bobina da otto o dieci minuti al massimo che quei proiettori potevano sopportare. E poi la macchinosità dell'operazione per me, bambino, voleva dire dover aspettare il momento che mio papà o un fratello più grande avesse voglia di mettersi a proiettare i filmini.
Insomma, per petermi vedere alcune scene dai miei film preferiti dovevo aspettare che i grandi li mettessero in programmazione nel cinema familiare.
Di solito fuinzionava così: era di sabato o domenica sera. Condizione imprescindibile la visita di qualcuno (il fratello più grande che era già sposato, i cugini etc.). Alle volte si invitavano apposta per i filmini, forse come scusa per vederli noi, ma doveva davvero essere una di quelle noiosissime sere d'estate senza nulla da fare. E doveva anche essere un parente davvero prossimo in disperata ricerca di qualcosa per sfuggire all noia della canicola estiva, se no dai, chi è che accetta un invito a vedere il filmini altrui?
E invece no.
Sono convinto che dover guaredare le diapositive delle vacanze di qualcuno sia una feroce tortura (ora che non si fanno più si è trasferita questa voglia di esasperare il prossimo sul luogo di lavoro, con orrende presentazioni in pauerpoint).
Ho sepmre creduto e credo ancora che "i filmini" a casa mia fossero una cosa diversa, che si facessero guardare con piacere anche dai parenti lontani. E le ragioni erano molto semplici.
1) Erano a fuoco. Il cineamatore di una volta doveva avere un po' di interesse tecnico, perché richiedeva una competenza girare un filmino, scegliere l'inquadratura, saper mettere a fuoco e così alla fine il risultato riusciva a essere guardabile.
2)Erano muti. Il Super8 era sonoro, ma solo in playback. Non c'era modo riprendere l'audio mentre si filmava, quindi spesso i filmini erano completamente silenziosi, in che lasciava modo durante la proiezione di parlare e commentare liberamente.
3) ERANO CORTI. Un caricatore in ripresa durava si e no 3 minuti e questo ti insegnava una grande parsimonia e accortezza nella scleta dei momenti da immortalare. E anche una volta montate insieme le riprese non ammontavano che ad una decina di minuti in tutto. E una volta partita la proiezione non è che potevi mettere la pausa, quindi se proprio trovavi una scusa per allontanarti dalla platea sapevi che nessuno avrebbe crudelmente messo la pausa per infliggerti ogni minuto rimanente del filmino.
A me i filmini familari piacevano. Sono stati la materia base con cui ho composto i miei ricordi, anche personali.
Quei filmati restavano testimonianza di come ero di come mi muovevo all'età di 3 o 4 anni, che io, quando li rivedevo a 7 o 8, non è che mi potevo ricordare.
Ma il meglio veniva dopo. I cartoni animati: La PAntera Rosa, Bugs Bunny e Speedy Gonzales. Superman! E poi Guerre Stellari. 15 minuti selezionati divisi in tre bobine che a furia di proiezioni erano tutti taqliati, graffiati, sbiaditi. Audio rigorosamente monofonico con un larghezza di banda che andava dai 160 agli 800hz immagino, ovvero una qualità audio che oggi non si trova nemmeno nel peggior citofono.
Ma che fascnino comunque!
Ero così eccitato all'idea dei filmini che mia mamma poteva farmi fare qualunque cosa: guarda che se non fai il bagno niente filmini, guarda che se non finisci quello che hai nel piatto niente filmini! E io: ZUM, come un razzo a lavarmi e a finire quel che avevo nel piatto.
E poi tutto il rito faceva intuire che si trattava di un evento speciale. Per l'occasione si riorganizzava il soggiorno. Lo schermo d'argento, un telo della 3M altamente riflettente era posizionato sulla parete libera, e non al posto del televisore, perché bisognava sfruttare la casa in lunghezza per permettre al proiettore di ingrandire l'immagine a dovere. Quindi gira le poltrone, esci le sedie e quando sta per cominciare si va a chiamare le Zie, dall'altra parte del pianerottolo, che vengano in tempo per la viennetta.
Se invece era inverno si andava avanti a pop corn o patatine, come un piccolo cinema in casa.
Il videoregistratore ha messo fine a tutto questo. Video Kills the Radio Star. Ma il video ha ucciso anche altre cose.
All'arrivo del nostro primo videoregistratore, Febbraio 1990 se non ricordo male, finì per sempre l'epoca dei filmini in casa, delle riunioni familiari, del cineforum dei ricordi.
In verità un primo videoregistratrore era già arrivato in casa nostra anni prima. Un Betamax. Ve li ricordate? Un bestione di 20 kili sproporzionato rispetto alle cassette che usava, più piccole del VHS. Ma non durò molto e poi i film non erano quasi disponibili in formato betamax, le videoteche erano ancora di là da venire, e i prezzi erano altissimi.
Per qualche anno fu "battaglia" tra betamax, V2000 e VHS come formato di supporto (un po' come oggi si resta indecisi tra blue-ray e HDDVD, anche se secondo me il futuro è nel film scaricato direttamente ma questa è un parentesi inutile)
Il mondo scelse per il peggio (comer al solito); il VHS. Grazie alla sua economicità, si era già affermato nel mercato del porno e fu allora che assieme ai porno che arrivarono i Grandi Film a Casa.
Le videocassette a basso prezzo arrivarono contemporaneamente.
Così grazie a quelle (ed ad una programmazione televisiva più generosa di quella di oggi che ancora mandava i classici in prima serata) la nostra libreria a casa si riempì dei titoli preferiti (in prevalenza il cinema Spielberlucas degli anni 80).
Il VHS uccse anche uno dei miei giochi preferiti: io e mio fratello, ai tempi sopracitati della generosa programmazione televisiva, si registrava l'audio dei film su cassetta, in maniera rozzissima, accostando un magnetofono al televisore durante la messa in onda. Inutile dire che in una famiglia numerosa e indisciplinata come la nostra, abituata a parlare sopra i filmini, il commento in diretta di qualsiasi programma televisivo era la regola, e tutto finiva su nastro.
All'epoca la cosa mi seccava parecchio, ma oggi non so co sa darei per avere ancora quei nastri.
E non per il film, ma per risentire le voci della mia famiglia in sottofondo. Le scoregge e le risate di papà, i monologhi della zia che ci veniva a trovare e che si metteva a raccontare la sua giornata stando proprio a fianco del televisore (e quindi del magnetofono)...
Con quei nastri io e mio fratello, appena un anno più grande, giocavamo ricreando le scene dei film. Vestiti di tutto punto pergiunta: cinturone, stivali, cappello etc.
Di solito il casting funzionava così: mio fratello, essendo il più grande, comandava. Per lui i ruoli di Superman, Indiana Jones, Han Solo ed io di volta in volta Luthor o gli altri cattivi di sorta, i coplrimari, la frusta, la kriptonite...
Forse è per questo che preferivo Guerre Stellari su tutto. Lì c'erano ben DUE eroi maschili, Luke e Han, inoltre il cattivo, quando toccava di farlo, era comunque il migliore di tutti: Darth Fener!
Ma quei nastri non ci sono più.
Ancora qualche anno e sarà difficile trovare dei mangiacassette per suonarli, anche se li avessi ancora.
Comunque devo dire che con il videoregistratore ci eravamo educati bene. Mai troppi film, i nostri preferiti non si potevano guardare troppo, un po' per non rovinare il nastro, un po' perché sapevamo, intuitivamente, che a furia di visioni continue li avremmo consumati quei film. E non tanto fisicamente, quanto emotivamente.
No, da bravi perfettini, che hanno tutte le cure per il loro francobollo preferito e più raro, cui fanno prendere aria solo una volta ogni tanto e di cui godono con misura, noi si godeva di quelle cassette con misura (relativa forse, am con misura).
Forse anche perché in una famiglia numerosa, in un appartamento piccolo, con la mamma spesso a casa, qualsiasi auto-indulgenza si macchierebbe di colpevolezza.
Già. in fondo, quante volte ci tratteniamo solo perché siamo visti o in compagnia? Ma lasciate un uomo da solo e i suoi vizi emergeranno in un pomeriggio. (Tutti i tredicenni non farebbero altro ammazzarsi pippe, ma se ti chiudi in bagno per ore tutti i giorni i sospetti vengono no?)
E poi il re del salotto e di conseguenza del telecomando all'epoca era mio nonno (riposa in pace).
Tutte le sere per tre anni mio nonno arrivava in salotto alle 18e30 precise per guardarsi prima Mike Bongiorno, poi un telefilm, poi il TG1 e infine il primo tempo di una partita o di un film a seconda della generosità della programmazione (che nel frattempo era peggiorata).
A dirla tutta in pochi anni cambiai completamente abitudini, e finii con lo stare la maggior parte del tempo possibile fuori casa, sant'iddio.
Sei un adolescente che fai?
Stai fuori, no? Vai a far casino, provi ad avere le prime tresche amorose a rubare i primi baci, ti fai le canne, no?
Io no. Io a quel tempo andavo all'Oratorio.
La mia adolescenza è stata strana (o forse no, mi mancano i termini di paragone). Da un lato ero un po' beghino, per bene, andavo alle riusnioni in parrocchia, facevo da istruttore ai chierichetti e pensavo addirittura che Berlusconi fosse onesto (anche se crederlo vuol dire essere pirla, non per bene), comunque...
Dall'altro lato a scuola fumavo, mi ammazzavo di pippe, saltavo un po' di lezioni, e cominciavo a bestemmiare.
E non ero quasi mai solo.
Non volgio dire che non vedessi più film in cassetta, ma era divero.
I DVD hanno cambiato tutto ancora una volta. Un po' perché casa si era svuotata. Il nonno peveretto se ne era volato in cielo qualche anno prima, gli altri fratelli sposati, o trasferiti.
A casa si era in pochi.
Il DVD è user friendly e te lo puoi vedere anche sul computer. Non devi occupare il salotto, centro della casa e luogo di transito.
I DVD ci ha regalato la versione originale dei film, che per me è stato come vedere certi film per la prima volta.
E i contenuti speciali e l'accesso diretto alle scene.
Il DVD ha cominciato ad assomigliare ad una droga.
Felicissimo di potermi mettere a lavorare e di usare come sottofondo le 16 ore di contenuti speciali de Il Signore degli Anelli. Fintanto che la mia testa sta china su un foglio a lavorare che male c'è?
Eh.
Ecco il punto.
Ecco dove la mia educazione un po' beghina mi ha fatto male.
Oddìo, posso benissimo essere stato io e non la mia eduzazione.
Dov'è il MALE?
Se non c'è MALE, allora va per forza BENE, no?
Se una cosa non è nociva, come il fumo per i polmoni, allora se ne può fare uso indiscriminato?
Davvero non lo so se è la misura a fare il veleno. Una parte di me oggi insiste che se non siamo capaci di abbracciare la nostra felicità vuol dire che stiamo sbagliando. Che se ci va di fare una cosa, allora probabilmente dobbiamo farla.
"Di studiare non ne ho punto voglia". Cavolo "Chi dice così va a finire all'ospedale o in prigione". collodi era saggio o solo bigotto?
Rimpiango spesso di non aver avuto un mentore.
Un maestro di cui fidarmi e che avesse sempre il consiglio giusto.
In assenza di maestri diretti, ne ho scelti di indiretti. forse per questo affondo i denti in spielber, Williams, Moore, Grillo, Travaglio, Paolini e non c'è dubbio che siano i migliori in quello che fanno.
Su You Tube si trovano vagonate di materiali. Youtube è un pusher spaventoso, perché è gratis.
Perché le dosi, come per il Super8, sono piccole e di buona qualità.
Con un problema, che dimentichi il resto.
Tutto preso dalla narrazione di Paolini, che è un grande attore, un gigante, che ti scordi di scrivere sue righe ad un tuo amico, a tua mamma, lontana centinaia di chilometri che vuole sapere come stai.
Youtube non ti da solo la dose, ma te ne propone sempre altre 10, lì a fianco, e il meccanismo geniale delle TAG, delle preferenze, di commenti si traforma in un meccanismo capace di inghiottirti.
Parti per vedere un video su una notizia del giorno e finisci, di filmato in filmato, per guardarti Michel Gondry che risolve il cubo di Rubrick con il naso.
Erano queste le sirene di Ulisse?
Parlava di questo Omero quando l'unica soluzione seppe trovare era quella di essere incatenati alla nave?
Legatemi alla nave!Non so discernere! Non so distinguere!
Tutte le cose che ho perdute, le ho perdute perché non sapevo di averle, e fin tanto che mi arrivavano così, con facilità, non ci badavo.
Non sapendo discernere, non sapendo valutare le cose che mi capitano, cado nell'errore di pensare che posso amministrarmi le mie dosi da solo.
Non sapendo discernere mi affeziono a chi scelgie per me.
A YouTube, che ha sempre qualcosa da consigliarmi, a Wikipedia e all'ultimo aggiornamento o collegamnto su un argomento che ha la fantastica scusa di interessarmi veramente.
Non sapendo discernere chiedo ai vari Grillo, Travaglio e Paolini di farlo per me.
Montanelli diceva che abbiamo affittato le nostre coscienze ai preti.
Chi segue l'informazione alternativa pensa di avere fatto un passo in avanti, ma in verità ha solo cambiato affittacoscienza.
Non è più tempo per i maestri.
E' tempo per spegnere la TV. E il computer. Buonpomeriggio, buonasera e buonanotte.
You ain't do no Tube.
You Don't do a Tube.
Tu non fai un Tubo.
YOU TUBE BLUES.
La cosa bella è che comincio a scriverlo proprio mentre mi faccio una dose.
Una volta erano le videocassette, però dovevi riavvolgerle, e poi la pausa non era netta, secca, un TAC seguito da un perfetto "freeze frame" come quella di un DVD.
Di solito la pausa di un videoregistratore com'era?
Tremula, con la parte alta dell'immagine sventolante a bandiera, coi colori che si spalmavano di verde e di viola.
Per anni ci è andato bene, si sapeva che la cassetta era solo il ricordo di un film e non una copia fedele.
Vuoi mettere il confronto con il Super8?
Il "super otto millimetri", perforato solo da una parte, per non perdere nemmeno un millimetro di fotogramma, che a quelle dimensioni fa la differenza tra un'immagine leggibile e un poltiglia di colori.
Persino il Super8, col suo macchinario complesso, che ci voleva mio fratello più grande o mio papà per metterlo in moto (letteralmente, il rumore non era meno assordante di quello di un garelli 50), con il necessario riavvolgimento a fine proiezione, ecco, persino il Super8 era andato bene per anni.Insegnandoci una certa disciplina, non di meno.
Anzitutto che dei film si vedeva solo un pezzo, un souvenir. Scene selezionate per stare nella bobina da otto o dieci minuti al massimo che quei proiettori potevano sopportare. E poi la macchinosità dell'operazione per me, bambino, voleva dire dover aspettare il momento che mio papà o un fratello più grande avesse voglia di mettersi a proiettare i filmini.
Insomma, per petermi vedere alcune scene dai miei film preferiti dovevo aspettare che i grandi li mettessero in programmazione nel cinema familiare.
Di solito fuinzionava così: era di sabato o domenica sera. Condizione imprescindibile la visita di qualcuno (il fratello più grande che era già sposato, i cugini etc.). Alle volte si invitavano apposta per i filmini, forse come scusa per vederli noi, ma doveva davvero essere una di quelle noiosissime sere d'estate senza nulla da fare. E doveva anche essere un parente davvero prossimo in disperata ricerca di qualcosa per sfuggire all noia della canicola estiva, se no dai, chi è che accetta un invito a vedere il filmini altrui?
E invece no.
Sono convinto che dover guaredare le diapositive delle vacanze di qualcuno sia una feroce tortura (ora che non si fanno più si è trasferita questa voglia di esasperare il prossimo sul luogo di lavoro, con orrende presentazioni in pauerpoint).
Ho sepmre creduto e credo ancora che "i filmini" a casa mia fossero una cosa diversa, che si facessero guardare con piacere anche dai parenti lontani. E le ragioni erano molto semplici.
1) Erano a fuoco. Il cineamatore di una volta doveva avere un po' di interesse tecnico, perché richiedeva una competenza girare un filmino, scegliere l'inquadratura, saper mettere a fuoco e così alla fine il risultato riusciva a essere guardabile.
2)Erano muti. Il Super8 era sonoro, ma solo in playback. Non c'era modo riprendere l'audio mentre si filmava, quindi spesso i filmini erano completamente silenziosi, in che lasciava modo durante la proiezione di parlare e commentare liberamente.
3) ERANO CORTI. Un caricatore in ripresa durava si e no 3 minuti e questo ti insegnava una grande parsimonia e accortezza nella scleta dei momenti da immortalare. E anche una volta montate insieme le riprese non ammontavano che ad una decina di minuti in tutto. E una volta partita la proiezione non è che potevi mettere la pausa, quindi se proprio trovavi una scusa per allontanarti dalla platea sapevi che nessuno avrebbe crudelmente messo la pausa per infliggerti ogni minuto rimanente del filmino.
A me i filmini familari piacevano. Sono stati la materia base con cui ho composto i miei ricordi, anche personali.
Quei filmati restavano testimonianza di come ero di come mi muovevo all'età di 3 o 4 anni, che io, quando li rivedevo a 7 o 8, non è che mi potevo ricordare.
Ma il meglio veniva dopo. I cartoni animati: La PAntera Rosa, Bugs Bunny e Speedy Gonzales. Superman! E poi Guerre Stellari. 15 minuti selezionati divisi in tre bobine che a furia di proiezioni erano tutti taqliati, graffiati, sbiaditi. Audio rigorosamente monofonico con un larghezza di banda che andava dai 160 agli 800hz immagino, ovvero una qualità audio che oggi non si trova nemmeno nel peggior citofono.
Ma che fascnino comunque!
Ero così eccitato all'idea dei filmini che mia mamma poteva farmi fare qualunque cosa: guarda che se non fai il bagno niente filmini, guarda che se non finisci quello che hai nel piatto niente filmini! E io: ZUM, come un razzo a lavarmi e a finire quel che avevo nel piatto.
E poi tutto il rito faceva intuire che si trattava di un evento speciale. Per l'occasione si riorganizzava il soggiorno. Lo schermo d'argento, un telo della 3M altamente riflettente era posizionato sulla parete libera, e non al posto del televisore, perché bisognava sfruttare la casa in lunghezza per permettre al proiettore di ingrandire l'immagine a dovere. Quindi gira le poltrone, esci le sedie e quando sta per cominciare si va a chiamare le Zie, dall'altra parte del pianerottolo, che vengano in tempo per la viennetta.
Se invece era inverno si andava avanti a pop corn o patatine, come un piccolo cinema in casa.
Il videoregistratore ha messo fine a tutto questo. Video Kills the Radio Star. Ma il video ha ucciso anche altre cose.
All'arrivo del nostro primo videoregistratore, Febbraio 1990 se non ricordo male, finì per sempre l'epoca dei filmini in casa, delle riunioni familiari, del cineforum dei ricordi.
In verità un primo videoregistratrore era già arrivato in casa nostra anni prima. Un Betamax. Ve li ricordate? Un bestione di 20 kili sproporzionato rispetto alle cassette che usava, più piccole del VHS. Ma non durò molto e poi i film non erano quasi disponibili in formato betamax, le videoteche erano ancora di là da venire, e i prezzi erano altissimi.
Per qualche anno fu "battaglia" tra betamax, V2000 e VHS come formato di supporto (un po' come oggi si resta indecisi tra blue-ray e HDDVD, anche se secondo me il futuro è nel film scaricato direttamente ma questa è un parentesi inutile)
Il mondo scelse per il peggio (comer al solito); il VHS. Grazie alla sua economicità, si era già affermato nel mercato del porno e fu allora che assieme ai porno che arrivarono i Grandi Film a Casa.
Le videocassette a basso prezzo arrivarono contemporaneamente.
Così grazie a quelle (ed ad una programmazione televisiva più generosa di quella di oggi che ancora mandava i classici in prima serata) la nostra libreria a casa si riempì dei titoli preferiti (in prevalenza il cinema Spielberlucas degli anni 80).
Il VHS uccse anche uno dei miei giochi preferiti: io e mio fratello, ai tempi sopracitati della generosa programmazione televisiva, si registrava l'audio dei film su cassetta, in maniera rozzissima, accostando un magnetofono al televisore durante la messa in onda. Inutile dire che in una famiglia numerosa e indisciplinata come la nostra, abituata a parlare sopra i filmini, il commento in diretta di qualsiasi programma televisivo era la regola, e tutto finiva su nastro.
All'epoca la cosa mi seccava parecchio, ma oggi non so co sa darei per avere ancora quei nastri.
E non per il film, ma per risentire le voci della mia famiglia in sottofondo. Le scoregge e le risate di papà, i monologhi della zia che ci veniva a trovare e che si metteva a raccontare la sua giornata stando proprio a fianco del televisore (e quindi del magnetofono)...
Con quei nastri io e mio fratello, appena un anno più grande, giocavamo ricreando le scene dei film. Vestiti di tutto punto pergiunta: cinturone, stivali, cappello etc.
Di solito il casting funzionava così: mio fratello, essendo il più grande, comandava. Per lui i ruoli di Superman, Indiana Jones, Han Solo ed io di volta in volta Luthor o gli altri cattivi di sorta, i coplrimari, la frusta, la kriptonite...
Forse è per questo che preferivo Guerre Stellari su tutto. Lì c'erano ben DUE eroi maschili, Luke e Han, inoltre il cattivo, quando toccava di farlo, era comunque il migliore di tutti: Darth Fener!
Ma quei nastri non ci sono più.
Ancora qualche anno e sarà difficile trovare dei mangiacassette per suonarli, anche se li avessi ancora.
Comunque devo dire che con il videoregistratore ci eravamo educati bene. Mai troppi film, i nostri preferiti non si potevano guardare troppo, un po' per non rovinare il nastro, un po' perché sapevamo, intuitivamente, che a furia di visioni continue li avremmo consumati quei film. E non tanto fisicamente, quanto emotivamente.
No, da bravi perfettini, che hanno tutte le cure per il loro francobollo preferito e più raro, cui fanno prendere aria solo una volta ogni tanto e di cui godono con misura, noi si godeva di quelle cassette con misura (relativa forse, am con misura).
Forse anche perché in una famiglia numerosa, in un appartamento piccolo, con la mamma spesso a casa, qualsiasi auto-indulgenza si macchierebbe di colpevolezza.
Già. in fondo, quante volte ci tratteniamo solo perché siamo visti o in compagnia? Ma lasciate un uomo da solo e i suoi vizi emergeranno in un pomeriggio. (Tutti i tredicenni non farebbero altro ammazzarsi pippe, ma se ti chiudi in bagno per ore tutti i giorni i sospetti vengono no?)
E poi il re del salotto e di conseguenza del telecomando all'epoca era mio nonno (riposa in pace).
Tutte le sere per tre anni mio nonno arrivava in salotto alle 18e30 precise per guardarsi prima Mike Bongiorno, poi un telefilm, poi il TG1 e infine il primo tempo di una partita o di un film a seconda della generosità della programmazione (che nel frattempo era peggiorata).
A dirla tutta in pochi anni cambiai completamente abitudini, e finii con lo stare la maggior parte del tempo possibile fuori casa, sant'iddio.
Sei un adolescente che fai?
Stai fuori, no? Vai a far casino, provi ad avere le prime tresche amorose a rubare i primi baci, ti fai le canne, no?
Io no. Io a quel tempo andavo all'Oratorio.
La mia adolescenza è stata strana (o forse no, mi mancano i termini di paragone). Da un lato ero un po' beghino, per bene, andavo alle riusnioni in parrocchia, facevo da istruttore ai chierichetti e pensavo addirittura che Berlusconi fosse onesto (anche se crederlo vuol dire essere pirla, non per bene), comunque...
Dall'altro lato a scuola fumavo, mi ammazzavo di pippe, saltavo un po' di lezioni, e cominciavo a bestemmiare.
E non ero quasi mai solo.
Non volgio dire che non vedessi più film in cassetta, ma era divero.
I DVD hanno cambiato tutto ancora una volta. Un po' perché casa si era svuotata. Il nonno peveretto se ne era volato in cielo qualche anno prima, gli altri fratelli sposati, o trasferiti.
A casa si era in pochi.
Il DVD è user friendly e te lo puoi vedere anche sul computer. Non devi occupare il salotto, centro della casa e luogo di transito.
I DVD ci ha regalato la versione originale dei film, che per me è stato come vedere certi film per la prima volta.
E i contenuti speciali e l'accesso diretto alle scene.
Il DVD ha cominciato ad assomigliare ad una droga.
Felicissimo di potermi mettere a lavorare e di usare come sottofondo le 16 ore di contenuti speciali de Il Signore degli Anelli. Fintanto che la mia testa sta china su un foglio a lavorare che male c'è?
Eh.
Ecco il punto.
Ecco dove la mia educazione un po' beghina mi ha fatto male.
Oddìo, posso benissimo essere stato io e non la mia eduzazione.
Dov'è il MALE?
Se non c'è MALE, allora va per forza BENE, no?
Se una cosa non è nociva, come il fumo per i polmoni, allora se ne può fare uso indiscriminato?
Davvero non lo so se è la misura a fare il veleno. Una parte di me oggi insiste che se non siamo capaci di abbracciare la nostra felicità vuol dire che stiamo sbagliando. Che se ci va di fare una cosa, allora probabilmente dobbiamo farla.
"Di studiare non ne ho punto voglia". Cavolo "Chi dice così va a finire all'ospedale o in prigione". collodi era saggio o solo bigotto?
Rimpiango spesso di non aver avuto un mentore.
Un maestro di cui fidarmi e che avesse sempre il consiglio giusto.
In assenza di maestri diretti, ne ho scelti di indiretti. forse per questo affondo i denti in spielber, Williams, Moore, Grillo, Travaglio, Paolini e non c'è dubbio che siano i migliori in quello che fanno.
Su You Tube si trovano vagonate di materiali. Youtube è un pusher spaventoso, perché è gratis.
Perché le dosi, come per il Super8, sono piccole e di buona qualità.
Con un problema, che dimentichi il resto.
Tutto preso dalla narrazione di Paolini, che è un grande attore, un gigante, che ti scordi di scrivere sue righe ad un tuo amico, a tua mamma, lontana centinaia di chilometri che vuole sapere come stai.
Youtube non ti da solo la dose, ma te ne propone sempre altre 10, lì a fianco, e il meccanismo geniale delle TAG, delle preferenze, di commenti si traforma in un meccanismo capace di inghiottirti.
Parti per vedere un video su una notizia del giorno e finisci, di filmato in filmato, per guardarti Michel Gondry che risolve il cubo di Rubrick con il naso.
Erano queste le sirene di Ulisse?
Parlava di questo Omero quando l'unica soluzione seppe trovare era quella di essere incatenati alla nave?
Legatemi alla nave!Non so discernere! Non so distinguere!
Tutte le cose che ho perdute, le ho perdute perché non sapevo di averle, e fin tanto che mi arrivavano così, con facilità, non ci badavo.
Non sapendo discernere, non sapendo valutare le cose che mi capitano, cado nell'errore di pensare che posso amministrarmi le mie dosi da solo.
Non sapendo discernere mi affeziono a chi scelgie per me.
A YouTube, che ha sempre qualcosa da consigliarmi, a Wikipedia e all'ultimo aggiornamento o collegamnto su un argomento che ha la fantastica scusa di interessarmi veramente.
Non sapendo discernere chiedo ai vari Grillo, Travaglio e Paolini di farlo per me.
Montanelli diceva che abbiamo affittato le nostre coscienze ai preti.
Chi segue l'informazione alternativa pensa di avere fatto un passo in avanti, ma in verità ha solo cambiato affittacoscienza.
Non è più tempo per i maestri.
E' tempo per spegnere la TV. E il computer. Buonpomeriggio, buonasera e buonanotte.
Tuesday, 17 July 2007
LUPIN III e il Castello di Cagliosto
Primo stupendo lungometraggio dell'autore Hayao Miyazaki, noto ai più come l'autore de "La Città Incantata" ma conosciuto da decenni dai manga-fan, proprio grazie a questo titolo e agli altri capolavori che sono seguiti.
Anticipando di due anni (è del 1979) lo Spielberg-Lucas di Indiana Jones, l'artista giapponese ripropone ad un ritmo scoppiettante un cinema d'avventure che guarda al passato ai gadget di James Bond e alle ambientazioni europee di Caccia al Ladro.
Qui Lupin, nipote del noto Arsene, è meno cinico e donnaiolo della sua controparte a fumetti e incarna alla perfezione il ruolo di ladro gentiluomo, ma nonostante la trama stra-classica (una principessa è tenuta prigioniera in un castello, per convolare a forzate nozze con il cattivo di turno, ansioso di mettere le mani sul tesoro che il castello stesso contiene) lo spettacolo scorre senza un solo istante di noia. Miyazaki conosce i personaggi (ha già lavorato alla serie TV), li sa tratteggiare con eleganza e ironia e dimostra una rara capacità nel fare avnazare la storia ad ogni fotogramma.
Non è un caso che Miyazaki sia tra i numi tutelari dello studio Pixar.
Si possono apprezzare ancora oggi, in tempi dove il computer ha sostituito l'antica arte amanuense dell'animazione, l'attenzione per i dettagli con cui si descive il castello ed un rocambolesco inseguimento tra una FIAT 500 e una CITROEN 2CV che fa impallidire il cinema d'azione di oggi.
Ma io vi consiglio di non badare alla tecnica e di lasciarvi stregare da un film da godere a cuor leggero, ne avrete in ricompensa risate e una lacrima all'addio.
Anticipando di due anni (è del 1979) lo Spielberg-Lucas di Indiana Jones, l'artista giapponese ripropone ad un ritmo scoppiettante un cinema d'avventure che guarda al passato ai gadget di James Bond e alle ambientazioni europee di Caccia al Ladro.
Qui Lupin, nipote del noto Arsene, è meno cinico e donnaiolo della sua controparte a fumetti e incarna alla perfezione il ruolo di ladro gentiluomo, ma nonostante la trama stra-classica (una principessa è tenuta prigioniera in un castello, per convolare a forzate nozze con il cattivo di turno, ansioso di mettere le mani sul tesoro che il castello stesso contiene) lo spettacolo scorre senza un solo istante di noia. Miyazaki conosce i personaggi (ha già lavorato alla serie TV), li sa tratteggiare con eleganza e ironia e dimostra una rara capacità nel fare avnazare la storia ad ogni fotogramma.
Non è un caso che Miyazaki sia tra i numi tutelari dello studio Pixar.
Si possono apprezzare ancora oggi, in tempi dove il computer ha sostituito l'antica arte amanuense dell'animazione, l'attenzione per i dettagli con cui si descive il castello ed un rocambolesco inseguimento tra una FIAT 500 e una CITROEN 2CV che fa impallidire il cinema d'azione di oggi.
Ma io vi consiglio di non badare alla tecnica e di lasciarvi stregare da un film da godere a cuor leggero, ne avrete in ricompensa risate e una lacrima all'addio.
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Thursday, 12 July 2007
U.S. - Ultima Sigaretta
Come scriveva Svevo nella coscienza di Zeno...
Io sono sempre alle prese con la mia ultima sigaretta, che nel mio caso sono i miei ultimi buoni propositi.
Tenere un blog giornalmente, pensare a Laura, telefonare o scrivere agli amici.
Non faccio nulla di tutto questo.
L'unica cosa che faccio è controllare se su Youtube ci sono nuovi video di/con Marco Travaglio o Beppe Grillo.
Nulla di male, potrei avere interessi più deleteri, ma temo proprio che andando avanti così il mio nome si troverà nello Zingarelli sotto la voce "velleitario".
Con la scusa di tenermi informato continuano le mie perdite di tempo colossali.
Sto lavorando ad un nuovo quadro, ma non posso dire di che si tratta perché sarà una sorpresa (per chi? Ma per te naturalmente).
Comunque, ho ripreso a scarabocchiare un po' sui miei quaderni e a lavorare a Laura, e la cosa mimette di buon umore.
Il tempo mi pare ancora troppo poco per tutti i miei buoni propositi, ma forse posso imparare a usarlo meglio.
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