Primo stupendo lungometraggio dell'autore Hayao Miyazaki, noto ai più come l'autore de "La Città Incantata" ma conosciuto da decenni dai manga-fan, proprio grazie a questo titolo e agli altri capolavori che sono seguiti.
Anticipando di due anni (è del 1979) lo Spielberg-Lucas di Indiana Jones, l'artista giapponese ripropone ad un ritmo scoppiettante un cinema d'avventure che guarda al passato ai gadget di James Bond e alle ambientazioni europee di Caccia al Ladro.
Qui Lupin, nipote del noto Arsene, è meno cinico e donnaiolo della sua controparte a fumetti e incarna alla perfezione il ruolo di ladro gentiluomo, ma nonostante la trama stra-classica (una principessa è tenuta prigioniera in un castello, per convolare a forzate nozze con il cattivo di turno, ansioso di mettere le mani sul tesoro che il castello stesso contiene) lo spettacolo scorre senza un solo istante di noia. Miyazaki conosce i personaggi (ha già lavorato alla serie TV), li sa tratteggiare con eleganza e ironia e dimostra una rara capacità nel fare avnazare la storia ad ogni fotogramma.
Non è un caso che Miyazaki sia tra i numi tutelari dello studio Pixar.
Si possono apprezzare ancora oggi, in tempi dove il computer ha sostituito l'antica arte amanuense dell'animazione, l'attenzione per i dettagli con cui si descive il castello ed un rocambolesco inseguimento tra una FIAT 500 e una CITROEN 2CV che fa impallidire il cinema d'azione di oggi.
Ma io vi consiglio di non badare alla tecnica e di lasciarvi stregare da un film da godere a cuor leggero, ne avrete in ricompensa risate e una lacrima all'addio.
Anticipando di due anni (è del 1979) lo Spielberg-Lucas di Indiana Jones, l'artista giapponese ripropone ad un ritmo scoppiettante un cinema d'avventure che guarda al passato ai gadget di James Bond e alle ambientazioni europee di Caccia al Ladro.
Qui Lupin, nipote del noto Arsene, è meno cinico e donnaiolo della sua controparte a fumetti e incarna alla perfezione il ruolo di ladro gentiluomo, ma nonostante la trama stra-classica (una principessa è tenuta prigioniera in un castello, per convolare a forzate nozze con il cattivo di turno, ansioso di mettere le mani sul tesoro che il castello stesso contiene) lo spettacolo scorre senza un solo istante di noia. Miyazaki conosce i personaggi (ha già lavorato alla serie TV), li sa tratteggiare con eleganza e ironia e dimostra una rara capacità nel fare avnazare la storia ad ogni fotogramma.
Non è un caso che Miyazaki sia tra i numi tutelari dello studio Pixar.
Si possono apprezzare ancora oggi, in tempi dove il computer ha sostituito l'antica arte amanuense dell'animazione, l'attenzione per i dettagli con cui si descive il castello ed un rocambolesco inseguimento tra una FIAT 500 e una CITROEN 2CV che fa impallidire il cinema d'azione di oggi.
Ma io vi consiglio di non badare alla tecnica e di lasciarvi stregare da un film da godere a cuor leggero, ne avrete in ricompensa risate e una lacrima all'addio.
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