Friday, 26 March 2010

Il messia alieno del pianeta K


Gli abitanti del pianeta K sono sull'orlo dell'auto-estinzione.
A nulla sono serviti i tardi tentativi di contenere il devastante effetto dei disastri ambientali prodotti dallo sfruttamento del pianeta.
Senza un futuro da lasciare ai propri eredi, un'elite di scienziati ha deciso di lanciare negli spazi profondi il loro bene più grande: i propri figli, nella speranza che possano trovare una nuova possibilità.

Cal-L, ancora in fasce, giunge sulla terra a bordo del proprio guscio spaziale.
Viene rinvenuto nelle campagne romagnole da Gianni Chendi e sua moglie Marta, semplici agricoltori avanti negli anni e senza figli.

I due adottano il piccolo, battezzandolo Carlo.
Carlo cresce come tutti i ragazzini dell'ameno comune di provincia, ma con l'arrivo dell'adolescenza comincia a manifestare qualità particolari. Oltre a possedere un’acuta intelligenza, Carlo si rivela il miglior atleta della scuola. Non solo: esce indenne dalle zuffe con ragazzi più grandi di lui ed un giorno si accorge che può persino compiere salti di grande altezza e gittata.

Quando Gianni e Marta decidono di rivelargli il segreto del suo arrivo, il giovane resta interdetto. Alla ricerca della propria identità decide di lasciare la casa dei genitori.

Torna dopo alcuni anni, oramai adulto. I suoi poteri hanno raggiunto proporzioni straordinarie. Ma Carlo è incapace di ignorare la chiamata alle responsabilità, che simili abilità comportano.

La passione per la verità lo porta a studiare giornalismo, spera di diventare un cronista. Il super-udito, la vista a Raggi-X e la capacità di volare possono dargli un notevole vantaggio nella caccia agli scoop (anche se Carlo avverte il dilemma etico di raccogliere notizie attraverso i suoi poteri).

Dopo la laurea viene assunto da uno dei più rispettati giornali del Paese.

Ma questo non basta. Un giorno, di fronte a un caso di violenza che sta compiendosi di fronte ai suoi occhi Carlo decide di intervenire in prima persona e salva alcune persone da un'aggressione.
Carlo si trasforma in un supereroe.
Da principio i resoconti su questo super-uomo volante suscitano ilarità o incredulità ma quando cominciano a essere sempre più numerosi il caso scoppia.
Si tratta di un vigilante solo, o di più persone? E se fosse una montatura? Vola davvero un eroe da fumetto nei cieli d'Italia?
Quando poi sono trafficanti, truffatori o addirittura latitanti ad incappare in questo "superman" il panico di una delle peggiori classi dirigenti mai viste sale a dismisura.

I politici si schierano unanimemente contro questo "attentatore alle libertà" questo "vigilante mascherato" anche se, come fanno notare alcuni commentatori, finora ha aiutato la cattura di colpevoli provati o colti in flagrante.

Carlo intanto comprende che i suoi scoop sono sempre meno graditi al suo editore, Alessandro Luttoni. Luttoni è presidente di un impero che comprende, oltre al quotidiano dove lavora Carlo, anche radio, canali televisivi, assicurazioni, immobili e molto altro. Non volendo mettere il proprio direttore in difficoltà nei confronti del proprietario (e seccato dai titoli a sproposito spesso scelti per contenere la portata esplosiva dei suoi scoop) Carlo decide di lasciare il prestigioso quotidiano.

Passa ad un piccolo giornale indipendente, dove il direttore Antonio Parri-Bianchi lo accoglie a braccia aperte garantendogli piena libertà di azione.

Le continue catture di Superman portano alla luce il verminaio della corruzione nella politica italiana. Le indagini e una risvegliata opinione pubblica fanno capitolare numerosi uomini di potere.

La desolazione politica però crea lo spazio per un nuovo "uomo della provvidenza": Alessandro Luttoni. Cavalcando la popolarità di Superman, l'imprenditore decide di appoggiarlo apertamente, e si candida alle successive elezioni presentandosi come la controparte politica del "nuovo eroe italiano".

Inutile dire che il tycoon non ha affatto intenzione di migliorare il Paese ma punta solo a difendere i propri interessi. Carlo questo lo sa: Luttoni ha più di un debito con la classe politica appena sgretolatasi.

Ma l'ascesa di Luttoni è inarrestabile: diventa primo ministro (e il nemico numero uno di Superman).
Carlo lo osteggia con tutte le proprie forze, anche se è difficile per un eroe onesto e specchiato avere la meglio contro un baro senza scrupoli.
Ma Carlo apprende presto che non saranno i suoi superpoteri la vera arma contro Luttoni, bensì la penna. (continua)

Tuesday, 16 March 2010

Tattoed flower

Monday, 15 March 2010

Come non si compila un libro


Sei un autore comico. Scrivi molto materiale e lo porti in scena dove puoi, da quando ti hanno censurato dalla TV (ma le tue vecchie e nuove esibizioni sono reperibili in rete, ad aver un po' di pazienza per cercare).
Hai aperto un canale di comunicazione con il tuo pubblico via un Blog; gli aggiornamenti sono sporadici ma non disdegni il mezzo, che ti permette di pubblicare interviste, pensieri, parole opere e omissioni.
Tra i numerosi commenti che ti arrivano, scegli di pubblicare solo quelli che ti sembrano interessanti per tutti. Spesso sono dei complimenti al tuo genio.

Poi, con la stessa regolarità avuta negli ultimi anni pubblichi un libro.
E fai una cagata perché:

1) Non è altro che una raccolta di tutto quello che è già stato pubblicato sul tuo blog (e non ti prendi nemmeno la briga di fare un po' di editing, pubblicando interi link internet con tanto di xxv?=lo~index.do finali che magari saranno disattivati prima che il libro sia finito di stampare).
2) Pubblichi i monologhi che hai portato nei teatri per una anno e mezzo. Grazie al cazzo che sono più lunghi perché in scena inevitabilmente tagli, ma almeno le note in calce mettile in calce e non a fine capitolo, oppure ristruttura il testo.
E scrivi in copertina: "Decameron - Monologo integrale"
3)Scegli un font di merda tipo Arial, un'interlinea da mal di testa e poco margine. Così sei sicuro che non somigli a un libro a ma ad una raccolta di articoli scarivati da internet e stampati in casa.

A me piace Daniele Luttazzi, però mi solleva qualche problema.

Ho cominciato a seguirlo molto più assiduamente solo da quando ha aperto il suo blog, in precedenza mi limitavo a seguire le sue apparizioni televisive (ah ah!) e a leggere di sgamo is uoi libri o le rubriche su GQ dagli scaffali di un mio amico.

Reputo che sia un grande autore comico e forse il miglior teorico di satira del Paese(assieme a Dario Fo che grazie al cazzo e un premio Nobel).

Ho ascoltato e riascoltato alcuni suoi interventi pubblici, specialmente quelli su Woody Allen e sulle tecniche di disinformazione: sono delle vere e proprie lectures accademiche che ogni bravo aspirante autore dovrebbe studiarsi (come ho fatto io. Con scarsi risultati)

I suoi rari post su danieleluttazzi.it sono ottimamente argomentati e stimolanti. Da quando ha aperto la palestra di satira centinaia di bravi sutori hanno sopperito alla mancanza di one-liners che è quello che mi aspetto da Luttazzi (per questo Decameron non mi convinse: arrabbiato e studiatissimo, non aveva la freschezza e il divertimento di Tabloid).

Le sue "dispense" in cui educa l'emergente squadra di autori che giornalmente inviano battute sono pure una risorsa formidabile.

Meno falcilmente sopporto di Luttazzi la sua snobberia e la sua, ehm, non trovo la parola... alterigia?
Insomma se la tira un sacco. Non è antipatico, per carità, ma non nasconde la sua cultura, la sua intelligenza e anni di censure lo hanno fatto talmente incazzare che ora non ci sta a schernirsi da solo, così che alla fine ogni sua parola sembra un nuovo mattone del monumento che erige a se stesso.

In soldoni, i miei 17 euro e 50 "La Guerra Civile Fredda" non li vale. Per la stessa cifra potevo scaricarmi due film interi di Moana.
Chi invece ha di meglio da fare che stare su internet tutto il giorno e farsi le pippe su youtube e dovesse essere a digiuno di Luttazzi è probabile che troverà il libro una miniera di intuizioni e battute divertenti.