Gino: "...sono in macchina, non posso parlare adesso, mandami una mail."
Franco: "Che?"
Gino: "Una mail, con la posta elettronica"
Franco: "Ma ci vuole il sito?"
Gino: "No, ma che...? Tu hai un computer vero?"
Franco: "Certo. Cioé, lo usano i miei figli ma..."
Gino: "Hai internet?"
Franco: "Come sopra."
Gino: "Allora puoi mandarmi una mail, hai solo bisogno del mio indirizzo."
Franco: "Che è...?"
Gino: "Hai da scrivere?"
Franco: "Spara"
Gino: "Gino..."
Franco (scrivendo): "...iino..."
Gino: "chiocciola...
Franco (scrivendo): "...ioooccioola..."
Quando vivi all'estero e hai un cognome come il mio la cosa di cui puoi stare certo è che ti guarderanno strano e ti chederanno come si scrive.
Va bene, puoi fare lo spelling, se te la cavi con la pronuncia saprai dire "sii, ei, es, sii, eic, i, dabol ti, o" o qualcosa del genere...
Ma al telefono o via radio, come fai ad assicurarti che non scabino la "b" con la "d".
E va bè, C di Como, a di Alessandria... campa cavallo! Sei all'estero ricordi?
Beh, la marina inglese e poi la NATO hanno risolto il problema da molti anni.
Esiste un alfabeto chiamato fonetico che articola A come Alfa, B come Bravo, C come Charlie, D come Delta etc.
Come dice Marco Paolini, è un po' americaneggiante, roba da telefilm, da operazione segreta o, se sei di Torino, da nomi di automobili (anche se la Charlie non l'hanno mai fatta). (e con l'aria che tira...)
Comunque, un po' per fare lo sborone, un po' per andare sul sicuro anche io ho cominciato a usarlo per le comunicazioni telefoniche. a quando vivo in Belgio, anche se non faccio il pilota d'aerei.
Ieri prenoto un albergo a Londra, per telefono. E per essere sicuro che non sbaglino le generalità comincio con lo spelling NATO.
Poi capisco che la mia controparte ha qualche difficoltà e cambio in corsa, limitandomi alle semplici lettere (es, si, eic, i, e così via).
Morale?
Da oggi ho un nuovo bellissimo alias:
CHARLIE ALFASAFCHETTO
E io che pensavo che Guts Adams fosse un bel nom de plume...
Wednesday, 18 March 2009
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