Saturday, 6 December 2008

Waltz with Bashir

Noi tutti abbiamo un mondo ideale. Un mondo dove non ci ammaliamo, dove trviamo sempre la soluzione per ogn problema, dove siamo sempre pettinati benissimo, dove Berlusconi non è presidente del consiglio e dove Orson Welles ha vinto una mezza dozzina di Oscar.

Basta alzarsi dal letto la mattina però, vedere che qualcuno non ha fatto partire la lavastoviglie la sera prima e che non ci sono bicchieri pulti per versarsi del latte, per capire che non ci viviamo.

Capita però che ogni tanto il cacello di questo mondo ideale si apra per fare uscire qualcosa.
È quella giacca che hai trovato in saldo e che è esattamente come la volevi; è il cielo terso la domenica che avevi deciso di prendere la decappottabile.

Watz with Bashir
sembra uscito dal mio mondo ideale, dove i film di animazione osano raccontare tutte le storie.

Ari Folman è un disegnatore israeliano che a deciso di raccontare la sua esperienza nel Libano in guerra degli anni '80 con l'animazione.
La scelta è geniale. Come posso raccontare una storia vera, senza ricorrere alla fiction, senza dover mettere in scena il passato con attori e set?
Come posso usare le facce e le voci delle persone veramete coinvolte, fare un documentario insomma, senza dover però ricorrere alle immagni di repertorio?

Come faccio un "diretta sulla memoria" (come la chiamerebbe Marco Paolni)?

Io lo avrei fatto a fumetti, forse il teatro di narrazione era un altro modo.
Ma l'idea di farlo con i disegni animati va oltre alla mia povera immaginazione ed è ovviamente quella giusta.

Dovendo dare in poche parole un'idea di a cosa somiglia in film, mi verrebbe da dire Apocalypse Now, diretto da Mamoru Oshi, ambientato nel Mediterraneo (con qualcosa di Munich).

È una descrizione ridicola e ingiusta, ma l'unica che userei dovendo dare dei riferimenti cnematografici a chi il film non lo ha visto.

Per fortuna c'è anche questo trailer che rende molto meglio l'idea. Da vedere.

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