Wednesday 29 February 2012

Sigà-sigà - Il diario - Parte 4




Oggi celebro una cosa importante: Ho un outline completo.

Nei tre anni di appunti, idee, scopiazzamenti, scritture e riscritture il mio soggetto per *CENSURA* è cresciuto come una persona affetta dalla sindrome di Proteo.
Al di là del legittimo sospetto che questo progetto sia in realtà un modo di baloccarmi senza mettermi al lavoro davvero su qualcosa di serio e FATTIBILE, il problema di una storyline estesa e ambiziosa come quella di *CENSURA* è non perdere la bussola, specialmente se si è alle prime armi.

Avevo paura di aver allevato una creatura deforme, con bubboni e metastasi da una parte e magari focomelica dall'altra.
Ho cercato di lavorarci come avrei fatto con la creta, aggiungendo massa (anche tanta) ogni volta che lo ritenessi necessario, senza curarmi dei dettagli.

Ho composto il mio outline usando "pezzi" che io chiamo beats (termine mutuato dagli scrittori per la TV, anche se i loro beats sono una cosa un po' diversa).
Ogni beat è una scena o un passo in avanti nel plot.
Lo ho addirittura organizzati come una bulleted list.

Nelle mie intenzioni il plot deve funzionare come una di quelle installazioni "a catena", dove un manico di scopa, fa cadere una sedia, che fa scattare una leva, che fa cadere una palla e così via.
Anche se non si tratta di un thriller o di un giallo, ogni beat deve avere il suo posto, la sua ragion d'essere nella storia d'insieme, in modo che niente sembri arbitrario, anzi, che si cotruisca lentamente e inesorabilmente un senso di inevitabilità nella storia.

Ora li ho tutti.

Sono solo lo scheletro della storia. Non spiegano tutto (specialmente NON la psicologia dei personaggi), però ogni avanzamento nella vicenda è lì.
dsono certo che questo scheletro rivelerà ancora dei difetti. Forse il continuo lavoro di documentazione inciderà non solo sui dettagli ma anche su alcune "grandi linee", ma mi dà una certa soddisfazione vedere di aver creato qualcosa che funziona.
La reazione a catena procede finalmente ininterrotta.

Ora mi occorre una pausa per far decantare il lavoro. Me la stampo e poi me la leggo tra UN MESE. Non prima. Ho bisogno di distaccarmici.

Può essere che continuerò a sceneggiare; sono arrivato a pagina 36.
Il che significa, se rileggo il mio posto di "una pagina al giorno" che mi ero dato il 22 settmbre 2011, che sono una chiavica.

Posso scusarmi nei seguenti modi:

1) Ho riscritto le prime 25 pagine almeno due volte.
2) Anche se le pagine sceneggiate sono solo trentasei, ho i break-downs (una specie di lista della spesa di quante vignette e/o battute conto di avere in una pagina, al netto della descrizione e non formattate) anche per le prossime trenta.

Sceneggiare il secondo capitolo si sta rivelando impegnativo specialmente per questioni di lunghezza: ci sono un sacco di scene, bisogna introdurre un sacco di concetti e personaggi e cerco di tenere un ritmo molto sostenuto (pure troppo, temo, ma potrei sbagliarmi). Inoltre devo ancora fare i miei compiti, ovvero implementare (che prutta parola, vero?) la documentazione nell'azione e compilare dei profili per i tanti personaggi secondari che appaiono in questo capitolo.

Ciò che mi motiva in questo (a volte tedioso) lavoro è sapere che il terzo capitolo sarà tutta discesa. I beats del terzo capitolo sono piuttosto solidi e dettagliati, non ci sono digressioni e quadretti secondari e non richiede praticamente documentazione, potendo vivere di rendita dal secondo capitolo (che anche per questo è così difficile e cruciale: porta sulle spalle anche il terzo).

Ricordatevi questo ultimo paragrafo, quando piangnucolerò sulle difficoltà del terzo capitolo.

Vi voglio bene.

(l'immagine in testa non centra niente ma la trovavo spassosa. Grazie a JIM)